E in Abruzzo per 400 lavoratori c’è la cassa integrazione parziale 

La misura degli ammortizzatori sociali partirà il 10 giugno e si concluderà il 23 dello stesso mese La causa è una flessione nella richiesta dei veicoli su base cabinati e cosiddetti passi corti

ATESSA. Cassa integrazione parziale dal 10 al 23 giugno in Stellantis. La doccia fredda è arrivata ieri pomeriggio a seguito della riunione del comitato esecutivo delle rsa di stabilimento con la direzione aziendale e dopo che già nei giorni scorsi la Fiom aveva lanciato l'allarme. Le due settimane di cassa interesseranno un massimo di 380 operai e 20 impiegati e sono state giustificate dall'azienda con una ulteriore flessione nella richiesta dei veicoli su base cabinati e cosiddetti passi corti. Già da qualche settimana il colosso dei furgoni commerciali leggeri andava a rilento. I primi ad accorgersene sono stati i lavoratori dell'indotto su cui ogni battito d'ali di mercato e ogni cambiamento all'interno del gruppo Stellantis produce un effetto immediato, sia positivo che negativo. Ma l'azienda aveva giustificato il rallentamento delle linee e una produzione più bassa con il passaggio dal modello precedente all'ultimo, il My24 che già nelle scorse settimane aveva determinato il rientro negli stabilimenti di appartenenza di tutti i trasfertisti in prestito dal sito della Slovacchia, di alcuni provenienti da Melfi e i restanti da Cassino, per un totale di circa 100 dipendenti. «Dal confronto è emerso un problema significativo di calo produttivo, soprattutto per il mercato dei cabinati destinati ai camper», fa sapere Amedeo Nanni, segretario Fim Abruzzo e Molise, «da diverso tempo, come Fim Cisl, avevamo espresso preoccupazione per il calo di mercato che sta colpendo il settore automobilistico, con implicazioni rilevanti per i lavoratori e le loro famiglie. Riteniamo che la crisi attuale nel settore automobilistico richieda una risposta decisa e collaborativa da parte di Stellantis, del governo e della Regione. Come territorio, siamo stati sempre abituati a incrementi produttivi e non a cali di mercato, ma siamo anche consapevoli dei cambiamenti senza precedenti nel panorama automobilistico, iniziando dalle scelte della comunità europea di abbandonare il motore endotermico per passare al full elettrico». «La notizia della cassa», conclude Nanni, «ci preoccupa anche in prospettiva futura. È necessario trovare soluzioni sostenibili per proteggere i posti di lavoro e promuovere la ripresa industriale».
«L'auspicio è che si tratti di una congiuntura di mercato temporanea», interviene Nicola Manzi, Uilm Chieti-Pescara, «i concessionari sono ancora pieni del vecchio modello e il mercato ha subìto un calo. Finora siamo stati abituati ad una richiesta eccezionale dei cabinati, dal Covid ad oggi, speriamo che con l'avvio a regime del nuovo modello si torni a produrre con i ritmi di prima. Certo dobbiamo vigilare sulla Polonia. La produzione a Gliwice va infatti ormai considerata come una concorrenza a tutti gli effetti di Stellantis Atessa, nonostante il fatto che per qualità e versatilità il nostro prodotto è irriproducibile altrove».
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