Baby gang sotto processo: botte nella sala giochi, insulti omofobi e minacce 

I giovani perseguitano il titolare dell’attività commerciale di Ortona: costretto a chiudersi dentro il negozio, intimidazioni anche ai clienti

ORTONA. Finisce sotto processo la baby gang che, per giorni, ha scatenato il panico in una sala giochi di Ortona a suon di aggressioni al titolare e ai clienti, di insulti omofobi e di gravi intimidazioni. Il giudice del tribunale per i minorenni dell’Aquila Flavia Martinelli, su richiesta del procuratore David Mancini, ha rinviato a giudizio tre bulli, di cui due nel frattempo diventati maggiorenni, residenti tra Ortona e Guardiagrele: la prima udienza è in programma il prossimo 9 ottobre. A incastrare i giovani violenti, all’epoca dei fatti di età compresa tra 16 e 17 anni, sono stati i carabinieri: ora devono rispondere di concorso in atti persecutori, minacce e lesioni personali.
Gli episodi sui quali hanno indagato i militari della stazione di Ortona sono avvenuti nell’estate 2022. Il proprietario dell’attività, un venticinquenne, aveva allontanato il terzetto per quell’atteggiamento prevaricatore e molesto che aveva spinto molti clienti a lamentarsi. Ma loro, i ragazzini terribili, non l’hanno presa bene e hanno cominciato a minacciare e picchiare il commerciante «con condotte reiterate», per dirla con le parole del procuratore, al punto da provocare alla vittima «un grave stato d’ansia e di paura tale da spingerla ad alterare le proprie abitudini di vita». Il venticinquenne è stato dunque obbligato a chiudersi all’interno del locale, a interrompere le proprie attività lavorative e a richiedere l’intervento dei carabinieri. L’imputato di 17 anni ha raggiunto la sala giochi «anche più volte nel corso della stessa giornata» e, aiutato a turno dai due amici, metteva a soqquadro e imbrattava le stanze, minacciava o aggrediva i clienti e il titolare e «rendeva inservibile» il bagno dopo aver otturato il water con i rotoli di carta igienica.
Non è finita qui, perché il bullo più grande ha terrorizzato il venticinquenne gridandogli in faccia frasi del tipo: «Infame di m..., ti bruciamo il locale, sappiamo dove abiti, ti spacchiamo la macchina, spacchiamo la faccia a te, tuo padre e tuo fratello. Ti facciamo chiudere il locale, perché non sai chi sono io».
In un’occasione, l’imputato ha colpito il commerciante con calci e pugni «in varie parti del corpo», mandandolo all’ospedale. Le lesioni sono state certificate dai medici con cinque giorni di prognosi. E in pronto soccorso è finito anche un ventunenne, preso di mira dal capo della baby gang con insulti omofobi: «Perché non stai zitto? Perché non mi succhi il c...? Sei un ri... Vieni qua, voglio solo parlarti». Poi è entrato in azione uno dei complici, che ha rifilato un calcione nelle parti intime del giovane.
Il procuratore contesta a uno dei sedicenni anche la violazione del Daspo Willy, che gli impediva di frequentare i locali essendo ritenuto un personaggio pericoloso. Lo stesso ragazzino, nel recente passato, è stato rinviato a giudizio, sempre dal tribunale per i minorenni dell’Aquila, per un altro episodio di violenza che lo ha visto protagonista nell’estate del 2021. Il giovane aveva assunto un atteggiamento da vero e proprio boss, postando sui social alcune foto in cui mostrava una pistola senza tappo rosso. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Italo Colaneri e Alessandro Mascitelli.
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