PESCARA

Italia Nostra esulta: "Il Tar ha detto no ad altri palazzoni tra riviera e pineta"

L'associazione chiede al sindaco di ritirare la delibera per l'estensione del piano regolatore vigente: "Bloccato per ora l'assalto del Comune alla città storica"

PESCARA. Una prima sentenza del Tar invalida la contestata delibera con cui il Comune vorrebbe estendere le possibilità di deroga allo strumento urbanistico vigente. "Il 6 maggio scorso - dicono da Italia Nostra - abbiamo potuto leggere in quel pronunciamento una inequivocabile bocciatura. Non bastavano infatti gli ampliamenti e le sopraelevazioni che spuntano come funghi sulla base dello sciagurato Decreto Sviluppo che a quelle deroghe ha dato inizio; la delibera censurata ne prevede altre anche in zone pregiate come la Riviera e le sue traverse".

"Contro questa inaccettabile tendenza per prima  Italia Nostra  ha alzato forte la sua voce, ponendo il tema alla vigilia della sua approvazione in Consiglio.  Inascoltata, ha dovuto presentare a sua volta un ricorso al TAR, insieme al Comitato spontaneo di cittadini” Salviamo Pescara e la Riviera” , che si è formato proprio per reagire a questi aumenti indiscriminati; esso ancora è in attesa di discussone e presenta notevoli analogie col presente pronunciamento", aggiunge Italia Nostra.

"La sentenza attuale, promossa da  privati cittadini che si ritengono danneggiati da uno degli enormi stabili in via di realizzazione, contiene le maggiori argomentazioni da noi avanzate contro la Delibera e ribadisce il sacrosanto principio che il Piano urbanistico non si cambia ad ogni stormir di fronde senza studi, partecipazione, procedure. L’avvocato Passeri Mencucci , che rappresenta in causa quei cittadini, ha curato anche il nostro ricorso in cui quelle argomentazioni sono ancora più sviluppate. Si crea ora in città una confusione, anche per i promotori delle iniziative edilizie, che va dipanata. Si ritiri definitivamente la Delibera, senza  trascinare ancora  la vicenda con ricorsi al Consiglio di Stato, lungaggini e incertezze. Si aggiorni il censimento e la individuazione delle zone e degli edifici di pregio storico e si guardi alla omogeneità nelle varie parti di città. Basta edifici alti al posto di casette nelle piccole traverse del centro città o sul mare o vicino alla Pineta dannunziana; la riqualificazione urbana, per cui è stata pensata la Legge nazionale, sia indirizzata alle zone degradate e carenti; a Pescara invece essa è stata interpretata come diffuso aumento di altezze e cubature in deroga. Questo deve finire; si torni alla Pianificazione urbanistica ed al rispetto della identità del nostro patrimonio storico. La Giunta mostri di aver capito la lezione e revochi la delibera".