Regione, la mobilità passiva ci costa 108 milioni l’anno 

É il dato più alto degli ultimi dieci anni, l’opposizione lo mostra in Commissione 

L’AQUILA. La fuga dall’Abruzzo per curarsi altrove è costata nel 2023 alla Regione 108 milioni di euro. È il saldo della mobilità sanitaria interregionale più alto negli ultimi dieci anni. Un dato negativo che porta a meno 830.736.000 euro il costo complessivo della mobilità passiva dal 2014 con valori che si sono mantenuti tra i 70 e gli 80 milioni fino al 2019; hanno sfondato il muro dei cento milioni alla vigilia del Covid, sono scesi durante al pandemia e hanno ripreso a galoppare nel post emergenza sanitaria. Lo certifica la Corte dei conti con un documento che l’opposizione in Consiglio regionale ha voluto presentare durante la Commissione Sanità che si è tenuta due giorni fa all’Aquila con lo scopo di ascoltare sia l’assessore Nicoletta Verì sia il direttore del Dipartimento, Claudio D’Amario, in merito al disavanzo delle Asl che supera i 122 milioni di euro. Ma nel giorno clou per la sanità regionale è andata in scena anche la Giunta per le elezioni segnata da una coincidenza. Presidente e capigruppo si sono insediati poco prima della 16 mentre i carabinieri uscivano dal palazzo della Regione dopo l’ennesimo blitz per acquisire documenti sulla presunta incompatibilità dell’assessore al Bilancio, Mario Quaglieri, per il suo doppio ruolo di amministratore regionale e di chirurgo, con rapporto di lavoro non subordinato, in una clinica privata marsicana. La Giunta, presieduta da Lorenzo Sospiri, ha convalidato le elezioni di tutti i consiglieri nei confronti dei quali è stata accertata la non sussistenza di cause di ineleggibilità. Ma allo stesso tempo ha disposto ulteriori verifiche sulla posizione di Quaglieri applicando, su richiesta del capogruppo del Pd, Silvio Paolucci, uno specifico comma del regolamento del Consiglio regionale. L’istanza del Dem si basa essenzialmente sul contenuto dell’esposto che i consiglieri del Pd hanno inoltrato all’Anac e su cui l’Authority non si è ancora pronunciata. Ma la vera partita che Marsilio non può permettersi di perdere è quella sui disavanzi delle Asl da ripianare senza se e senza ma, come ha detto il Tavolo di Monitoraggio interministeriale che ha riconvocato per il 27 maggio a Roma il direttore D’Amario. La proposta della Regione per sanare i deficit delle aziende sanitarie ed evitare la nomina del commissario ad acta però non ha ancora trovato la quadra. Mancano all’appello 20 milioni di euro. E l’unica strada praticabile è quella di approvare subito in Consiglio una manovra correttiva che attinga fondi da altri capitoli del bilancio. «Dopo oltre dieci anni», afferma Paolucci, «si torna in aula per coprire i disavanzi della sanità. E le prime poste che rischiano di sparire», sottolinea, «sono gli aiuti alle associazioni previsti dalla omnibus votata a fine anno ed i 7 milioni destinati a risarcire gli agricoltori». E sarebbe solo una soluzione tampone «che vale per il 2024 ma non risolve alla radice il problema che si ripresenterà inesorabilmente nel 2025», esclama il Dem Sandro Mariani, presidente della Commissione Vigilanza. (l.c.)