CHIETI

Movida violenta, scattano gli arresti. Il giudice: disprezzo totale delle regole 

Ai domiciliari due bulli di Manoppello e Spoltore, per i due complici disposto l’obbligo di restare a casa di notte: «I pestaggi come strumento di affermazione di predominio territoriale»

CHIETI. «Ricorrono alla violenza di gruppo quale strumento ordinario di affermazione di predominio territoriale» e «dimostrano piena adesione a logiche di branco efferate e pericolose». Ecco perché due bulli della movida sono stati arrestati e altri due sottoposti all’obbligo di dimora nel Comune di residenza con il divieto di uscire di casa dalle dieci di sera alle sei del mattino.
I NOMI
Ieri pomeriggio, è scattato il blitz dei poliziotti della squadra mobile teatina e dei carabinieri della stazione di Chieti Scalo nei confronti degli autori del pestaggio avvenuto all’esterno dei locali di viale Benedetto Croce lo scorso 16 marzo, quando due ragazzi sono stati massacrati – anche con un tirapugni – al punto tale che uno di loro è stato operato d’urgenza per la «frantumazione della mandibola» con prognosi di 40 giorni e di danni permanenti. L’ordinanza di custodia cautelare, su richiesta del sostituto procuratore Giancarlo Ciani (che aveva sollecitato il carcere), è stata firmata dal giudice Luca De Ninis. Agli arresti domiciliari, per il reato di lesioni personali continuate e pluriaggravate, sono finiti due diciannovenni: il teatino Matteo Camillo Mammarella, formalmente residente a Manoppello, e Lorenzo Creati, che vive a Spoltore. Roberto Salutari, 23 anni, e Romolo Denny De Luca (18), invece, non potranno allontanarsi da Pescara.
LA RICOSTRUZIONE
Le due vittime, che si trovavano in compagnia di un loro amico (non aggredito), sono scese dall’auto per chiedere di spostarsi a un gruppo di ragazzi che continuava a bloccare la strada nonostante i segnali con clacson e fari. A quel punto, intorno alle 3 di notte, nei pressi della Galleria Scalo, è partita la scarica di calci e pugni, anche in pieno volto; a uno dei giovani – secondo l’ipotesi accusatoria – è stato sottratto pure il cellulare. I feriti sono riusciti ad allontanarsi in macchina per poi fermarsi e chiedere l’intervento del 118.
GLI INDIZI
A inguaiare i violenti, che sono stati riconosciuti dai picchiati anche attraverso fotografie pubblicate su Instagram, ci sono le immagini di una telecamera che si trova in una strada adiacente al luogo in cui è esplosa la violenza. Ulteriori elementi sono emersi nel corso delle perquisizioni di mercoledì, durante le quali i poliziotti e i carabinieri hanno sequestrato i vestiti presumibilmente indossati dagli indagati al momento dell’aggressione, oltre a un tirapugni (a casa di Salutari).
Il ritratto di Mammarella
Mammarella era stato da poco liberato dopo aver patteggiato un anno e otto mesi per fatti analoghi, commessi a Chieti il 20 maggio 2023, per i quali è stato riconosciuto colpevole di lesioni personali, minacce, danneggiamento e furto di autovettura. «Ottenuto il beneficio della sospensione della pena», scrive il giudice De Ninis, «l’indagato ha continuato imperterrito nella sua condotta di vita, che esprime irriducibile disprezzo delle regole del vivere civile e totale indifferenza alle prescrizioni imposte dalle autorità». Mammarella è indagato, insieme a Creati, anche per un’altra aggressione, avvenuta la sera di Pasquetta sul lungomare di Fossacesia, all’uscita dallo stabilimento Supporter.
MODALITA' SERIALI
«Il cliché», si legge sull’ordinanza, «appare sempre il medesimo: brutale pestaggio di un avventore nel piazzale antistante un locale pubblico, privo di ragionevole motivo, perciò espressivo solo della volontà di affermare il predominio del proprio gruppo, con rapina delle chiavi della vettura finalizzata a infliggere alla vittima ulteriore umiliazione». Mammarella, sottoposto da tempo al provvedimento amministrativo del divieto di accesso ai locali pubblici (Daspo Willy) che continuamente elude, «è ben noto alle locali forze di polizia, sempre allerta per il pericolo di nuove violenze di “branco”». La scorsa estate aveva sfidato in più occasioni i giudici, arrivando a filmarsi e a pubblicare tutto sui social network mentre violava l’ordinanza del tribunale che gli imponeva di restare a casa di sera; ragion per cui la misura iniziale dell’obbligo di dimora era stata aggravata fino alla custodia carceraria.
Il complice Creati
«Creati», osserva il giudice, «condivide con Mammarella il ruolo primario di attivatore e coordinatore del gruppo nella vicenda in esame ed è altresì coinvolto nell’analoga aggressione di Fossacesia». Tirando le somme, «la continua reiterazione e la natura seriale dei reati contestati inducono a imporre l’assoluto divieto di comunicazione con estranei, anche telefonica o telematica, e l’applicazione del braccialetto elettronico, non appena disponibile».
GLI ALTRI INDAGATI
Una misura meno pesante è stata disposta nei confronti di Salutari e De Luca, «con divieto di allontanamento notturno dalle rispettive abitazioni, finalizzato a prevenire l’occasione di nuove aggressioni analoghe a quella del 16 marzo».
LA DIFESA
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Gianluca Carlone, Franco Perolino, Pierluigi De Virgiliis e Alessandro Perrucci. Nei prossimi giorni saranno fissati gli interrogatori di garanzia.
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