Niko e il suo Reale  tra i 10 ristoranti più «visionari» d’Italia

PESCARA . Il Reale Casadonna di Castel di Sangro, il complesso che ospita il pluristellato ristorante Reale e l’Accademia di formazione Niko Romito, in corsa per i 10 ristoranti più visionari d’Italia...

PESCARA . Il Reale Casadonna di Castel di Sangro, il complesso che ospita il pluristellato ristorante Reale e l’Accademia di formazione Niko Romito, in corsa per i 10 ristoranti più visionari d’Italia. Il regno di Niko e Cristiana Romito è l’unico abruzzese fra trenta locali individuati sul territorio nazionale dal comitato – di cui fanno parte Gambero Rosso, Artribune e Feudi di San Gregorio promotori del progetto – costituito con personalità del mondo della gastronomia, dell’arte, della cultura per scegliere i top “10 Visionary Places” ovvero i locali che più aderiscono a questa visione. «Visionario» spiegano i promotori «è qualcosa che ha a che fare con l’intuizione, l’intelligenza delle cose e delle situazioni, la coerenza, l’architettura e la proposta gastronomica, la progettualità, la capacità di intercettare nuove traiettorie e vedere strade che altri non vedono». Dalla rosa dei 30 verranno selezionati i top 10, un’ulteriore votazione porterà a stilare una classifica ufficiale da 1 a 10 con la premiazione del 1° Visionary Place, in programma il 4 giugno a Napoli. Così nella presentazione del Reale Casadonna a cura di Gambero Rosso: «Quando Niko Romito ha preso questo posto (ex monastero del ’500, ndr) ormai più di 10 anni fa, non era che un rudere. Oggi Casadonna, che ospita il ristorante Reale, le stanze e l’Accademia Niko Romito, è un organismo che usa una sola unità di misura, quella della qualità. Qualità in cucina come nell'ospitalità, nella formazione come nel design. Minimale, pulitissimo, quasi ascetico ma non per questo meno espressivo. Una purezza piena di significati, coerente con la marca gastronomica di Romito. Se in cucina è il prodotto il protagonista principale, negli ambienti lo sono i materiali: la pietra antica, il legno di recupero, il metallo e la texture delle pareti valorizzate da pezzi di design e opere d’arte – Spalletti, Giacomelli, Kosuth – che rinforzano la sensazione di intensità silenziosa».