Museo dei frati chiuso da 15 anni Ecco i fondi per avviare i lavori 

Assegnati dal Comune 444mila euro che si aggiungono al finanziamento iniziale di circa un milione Partito lo smontaggio dei vecchi allestimenti prima del restauro. Si punta a riaprire entro il 2026

L’AQUILA. Tra i fitti boschi di querce e di pini, su una collina che domina la città, nel museo regionale di scienze naturali, annesso al convento di San Giuliano, il tempo si è fermato al 2009. Mai riaperto dopo il terremoto di 15 anni fa, infatti, il museo sembra essere finito nel cono d’ombra della dimenticanza. Dopo anni di vicissitudini, tuttavia, sembra finalmente sbloccarsi l’iter che restituirà alla città la preziosa esposizione nata nel 1930 come raccolta privata dei religiosi dell’Ordine dei Frati minori e ampliata con il tempo.
arrivano i fondi
Dei giorni scorsi è la determina del Comune che assegna oltre 444mila euro (lordi) per la musealizzazione grazie anche all’Usra che ha seguito l’istruttoria. Una somma che si aggiunge all’importo complessivo del finanziamento iniziale di un milione e 138mila euro a favore della Provincia di San Bonaventura dei Frati minori. Intanto, sono partiti i lavori di smontaggio dei vecchi allestimenti e nei prossimi mesi prenderanno il via i lavori di restauro. «L’obiettivo è riuscire a riaprire entro il 2026, in occasione dell’anno che vedrà L’Aquila capitale italiana della cultura», come spiega Vladimiro Placidi, la cui società di ingegneria si è occupata della progettazione della ristrutturazione e dell’allestimento a firma dell’ingegnere Lorenzo Fanale e dell’architetto Riccardo Iezzoni secondo le linee guida della Soprintendenza.
UNA VICENDA TRAVAGLIATA
Il museo doveva essere recuperato contestualmente al convento, tra il 2010 e il 2012. Per varie vicissitudini di capienza economica si è deciso di dare subito riscontro al convento e alla parte che ospitava i frati. In prima battuta è stato stralciato il museo di scienze naturali, poiché l’immobile è sottoposto a vincolo. Poi sono stati ottenuti i fondi per il restauro del conventino (nucleo originario che ospitava le esposizioni), ma non per la sua musealizzazione. Proprio questo ha bloccato i lavori, che potranno partire nelle prossime settimane grazie all’ottenimento di un finanziamento aggiuntivo.
NUOVI PEZZI
Quello sul museo di San Giuliano (300 metri quadrati) sarà un intervento conservativo. Il lavoro maggiore sarà fatto sulle strutture per renderle più sicure e adatte a una funzione museale, in base alle nuove normative sui beni storico-artistici. Il catalogo è pronto e la Soprintendenza si è adoperata per fornire altri pezzi alle collezioni esposte nel 2009. I nuovi reperti saranno aggiunti a quelli già presenti. Un lavoro particolare richiederanno le due tombe della necropoli di Fossa (II-I millennio a.C.), ricostruite all’interno del museo.
TECHE
Il progetto del restauro e della ricollocazione dei reperti prevede un’importante novità. Le teche saranno antisismiche e sono state ideate in Abruzzo. Si tratterà di un prototipo che garantirà stabilità agli oggetti esposti anche in caso di terremoto.
IL MUSEO
Il museo, che ha sede nel convento di San Giuliano, è nato negli anni Trenta del Novecento e comprende 5 sezioni: etnologico-artistica, biologica, mineralogica, paleontologica e archeologica. Vi si conservano, tra l’altro, tele del XVI-XVIII secolo, una Madonna con bambino in alabastro (XVI secolo), arredi sacri del Settecento, numerose monete, mammiferi, uccelli e rettili preparati in tassidermia, minerali rari, reperti paleontologici. Nella biblioteca attigua al convento sono conservati codici del XV secolo, incunaboli, cinquecentine, una Vita di San Francesco in volgare e alcuni codici etiopi. Il museo ha avuto numerosi danni a seguito del terremoto, ma non ci sono stati crolli.