L’attivista torna a pescara 

Di Battista: sarò a teatro con la vicenda Assange

PESCARA. «Sono molto legato all’Abruzzo. Innanzitutto, perché ho origini abruzzesi – del Teramano, nello specifico – e poi perché il mio secondo figlio, Filippo, è nato a Pescara il 4 agosto del 2020,...

PESCARA. «Sono molto legato all’Abruzzo. Innanzitutto, perché ho origini abruzzesi – del Teramano, nello specifico – e poi perché il mio secondo figlio, Filippo, è nato a Pescara il 4 agosto del 2020, quando ero in villeggiatura al Lido Riccio di Ortona. L’Abruzzo è una delle regioni più belle d’Italia». Tornerà a Pescara domani, 4 maggio, Alessandro Di Battista, dove sarà in scena. Farà tappa, infatti, al teatro Circus, alle ore 21.15, con il suo “Assange. Colpirne uno per educarne cento” (prodotto da Loft Produzioni, organizzazione della tappa pescarese: Best Eventi). Un monologo di teatro politico in cui Di Battista ripercorre le vicende del giornalista Julian Assange, fondatore del sito WikiLeaks, detenuto nel carcere inglese di Belmarsh. «Mi occupo della questione Assange ormai da 11 anni, lo andai a trovare personalmente nel 2013, quando era all’ambasciata dell’Ecuador a Londra», racconta Di Battista. «Da allora mi dedico a questa ingiustizia che si sta consumando nel cuore del cosiddetto “libero e democratico Occidente”, ovvero la prigionia di un giornalista che sta marcendo in carcere per averci fatto conoscere segreti sull’establishment occidentale. All’epoca, quando l’ho conosciuto, Julian Assange era pieno di entusiasmo, sapeva di avere l’opinione pubblica dalla sua parte. Poi, giorno dopo giorno, molti giornalisti l’hanno dimenticato. Racconto la sua storia e racconto quello che ci ha fatto conoscere, mettendolo in relazione con l’attualità. Il modo migliore per omaggiarlo è utilizzare le informazioni che ci ha fornito per leggere il presente». Il tour è partito nel giugno dello scorso anno da Roma e proseguirà fino a novembre.
«La risposta del pubblico è stata eccezionale: c’è un grande desiderio di informarsi» sottolinea l’ex deputato. «Nel mondo di oggi si fa in fretta a dimenticare. I peggiori aguzzini di Assange sono stati quelli che avrebbero dovuto sostenerlo e si sono girati dall’altra parte per paura di dedicarsi alle verità scomode». Il punto di forza del teatro, conclude Di Battista, è «il linguaggio. Il linguaggio teatrale è molto potente. E, poi, il tempo di riflessione che il teatro consente: in un’ora e mezza c’è la possibilità di recepire determinate informazioni e farle proprie dal punto di vista emotivo, senza fretta». (r.a.b.)