L’arte e le donne di Scanno nelle foto di Hilde Lotz-Bauer 

Corinna Lotz racconta l’esperienza della madre al finissage della mostra a Roma L’artista tedesca fu la prima tra i grandi fotografi a giungere nel borgo abruzzese

SCANNO. «Hilde, mia madre, ha saputo catturare un tempo che è sparito, ma che tanto lontano non è: da meno di due generazioni le donne non indossano più l'abito tradizionale, eppure tutte le volte che sono venuta a Scanno ho avuto la sensazione che nulla o quasi fosse cambiato. È ancora un paese dall'atmosfera austera, come pure il costume e le stesse donne del paese, che non sono affatto frivole, perché hanno sempre avuto molte responsabilità mentre gli uomini erano lontani per la transumanza». Così ha raccontato in una intervista all’Ansa Corinne Lotz, critica d'arte a Londra e figlia della celebre fotografa tedesca Hilde Lotz-Bauer, ieri a margine del finissage della mostra Hilde in Italia, ospitata al Museo di Roma in Trastevere dallo scorso 17 gennaio.
Pioniera della street photography, Hilde Lotz-Bauer negli anni Trenta del Novecento viaggiò in lungo e in largo in Italia. Tra i circa cento scatti dell'esposizione a Roma, i ritratti delle donne di Scanno costituiscono una serie dalla quale si evince la sua «capacità di inserirsi nella comunità, di non essere straniera tra persone sconosciute».
«Le foto di Hilde», ha spiegato Corinne Lotz, «parlano più delle sue memorie scritte: dai volti che ha immortalato si vede che aveva questa relazione molto spontanea, diretta, con le persone, e allo stesso tempo molto studiata». «In un certo senso le donne di Scanno abituate a restare sole in paese durante i mesi in cui gli uomini partivano per la transumanza, hanno sviluppato capacità che le hanno rese più libere. Credo che questa sia una delle ragioni per le quali Hilde era attratta da Scanno, perché anche lei era una donna libera. Era abituata al tempo in cui crebbe in Germania e l'atmosfera era avanzata, libera, fino all'avvento del Nazismo, altro fattore che certamente, secondo me, l'ha spinta a intraprendere questi viaggi. Ma siamo ancora ignari di come abbia fatto a scoprire l'Abruzzo», e arrivare in un villaggio a 1000 metri incastonato tra i monti, dove fu la prima di lunga serie di grandi fotografi di fama internazionale, come Henry Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Ferdinando Scianna, Gianni Berengo Gardin. Le fotografie che sono state in mostra per tre mesi e mezzo a Roma sono giunte dall'archivio Hilde Lotz-Bauer a Londra, dai due Istituti Max Planck per la Storia dell'arte e dalla collezione del fotografo Franz Schlechter a Heidelberg.