Loreto celebra il miracolo  dell’Inginocchiamento del bianco Bue di san Zopito

LORETO APRUTINO . Gli occhi del mondo puntati sull'Inginocchiamento del candido Bue, simbolo della ruralità, della terra e dei suoi frutti. Il segno divino, la protezione di san Zopito, l’orgoglio...

LORETO APRUTINO . Gli occhi del mondo puntati sull'Inginocchiamento del candido Bue, simbolo della ruralità, della terra e dei suoi frutti. Il segno divino, la protezione di san Zopito, l’orgoglio dei loretesi. Un copione collaudato che non ammetterà improvvisazioni. Da domani a lunedì (20 maggio) tre giorni di festeggiamenti tra sacro e profano in onore del santo patrono, San Zopito martire, 313 anni di tradizione da difendere e la vigorosa partecipazione delle giovani generazioni fianco a fianco con i padri per dare nuovo splendore al rito.
Il clou nel giorno di Pentecoste, domenica alle 10 nella centralissima piazza Garibaldi, dove è atteso l’arrivo del bue Galante del Belvedere (il nome dalla contrada dove risiede) e dei vetturali a cavallo con l’olio e il vino della campagna vestina, la ricchezza di Loreto, vitale per le famiglie, per questo anche i commercianti di un tempo imploravano San Zopito e in cambio della sua protezione si offrivano di partecipare alla processione in suo onore. Oggi come allora Loreto celebra San Zopito e lo fa con rinnovata consapevolezza, pensando al futuro. «Siamo riusciti a ripristinare la quasi totalità delle 13 corporazioni agricole coinvolgendo i giovani agricoltori che hanno deciso di investire nel proprio futuro in paese. È la novità di quest’anno» annuncia Marco Blasiotti, della Compagnia dei vetturali che si è fatta carico dell’addestramento del bue. «I preparativi cominciano un mese prima, siamo felici che negli ultimi anni la partecipazione dei giovani sia cresciuta» aggiunge il vice sindaco Federico Acconciamessa, «grazie al miracolo del bue la nostra cittadina è conosciuta in tutto il mondo». Una tradizione che affonda le radici nel 1700 si racconta, quando il vescovo Fabrizio Maffei, dando seguito alla richiesta dei cittadini, ordinò la ricerca di un santo protettore. Quando, nel 1711, le spoglie di San Zopito vennero traslate con una solenne processione, tutto il popolo era in ginocchio al passaggio del nuovo santo, tranne uno, un contadino dedito alla lavorazione del terreno tanto da non fermare il lavoro. A differenza del suo bue, che al passaggio delle spoglie si inginocchiò. Da quel lunedì di Pentecoste, ogni anno, un bue bianco con una gualdrappa rossa sul dorso dove poggia un angioletto, si inginocchia al passaggio delle reliquie del santo. Dalla storia intrisa di leggenda al programma messo in piedi dall’associazione San Zopito in collaborazione con la Consulta giovanile e l’associazione Borgolive che scommettono sulla partecipazione dei giovani. Si punta sul concerto di Fiordaliso lunedì 20 in piazza Garibaldi in chiusura di festeggiamenti dopo i fuochi pirotecnici; sabato 18 alle 21.30 sul palco i salentini Alla Bua, domenica l’indi pop degli Espana Circo Este. Sabato dalle 10 alle 12 visita alla chiesa di Santa Maria de Recepto con l’Archeoclub Italia, domenica, giorno di Pentecoste, alle 10 in piazza Garibaldi sono attesi per la benedizione il Bue e i Vetturali dopo la messa (chiesa di San Pietro). Lunedì alle 10 il tour guidato alla scoperta di storie legate a san Zopito. Alle 19.30 la Banda di Collecorvino accompagnerà la processione durante la quale, al passaggio in piazza delle reliquie del patrono, ci sarà l’inginocchiamento del bue. «Anche quest’anno si è vista la partecipazione orizzontale di tutte le generazioni, studenti e ragazzi de progetto SincroVestina» affermano Enrico Colarossi del comitato festa e Vincenzo Acciavatti di Borgolive. «Contiamo già 30 giovani attivi nell’organizzazione, un numero nuovo per questa festa, apporto fondamentale per garantire il futuro alla tradizione» chiude il presidente della Consulta Francesco Buscaino.