A24 e A25: da gennaio le tariffe aumentano del 13%

Gli aumenti decisi dal Ministero dei Trasporti. La protesta dei sindaci di L'Aquila, Avezzano, Sulmona e Castel di Sangro. La Confcommercio a D'Alfonso: «Pesanti conseguenze sul sistema economico abruzzese»

L'AQUILA. Altro che aumenti dell'energia del 5% nel 2018: a spaventare gli abruzzesi sono gli aumenti dei pedaggi delle autostrade A24 e A25, che in serata sono stati confermati dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. A livello nazionale l'aumento medio dei pedaggi sulla rete autostradale italiana è del 2,74%, dal primo gennaio 2018. Balzo record per i 31 chilometri della concessionaria Rav, Aosta Ovest-Morgex, +52%: è legato a pronunce giudiziarie, dopo ricorsi delle società, come anche nel caso di Strada dei Parchi (+12,89%) e Autostrade Meridionali (+5,98%). Tra gli aumenti più significativi anche il +13,91% per Milano Serravalle-Milano Tangenziali ed il +8,34% della Torino-Milano.

Strada dei Parchi, la concessionaria delle autostrade che ha vinto il ricorso al Tar Lazio contro il blocco degli adeguamenti delle tariffe autostradali imposto dal 2014 al 2016 dai ministri Lupi e Del Rio, ha confermato gli aumenti in serata, dopo la comunicazione ufficiale del Mit. Ma la protesta dei sindaci dell'interno era già scoppiata. «Se le indiscrezioni su possibili aumenti dei pedaggi autostradali di A24 e A25 venissero confermate», avevano scritto in una nota congiunta i sindaci dell'Aquila Pierluigi Biondi, di Avezzano Gabriele De Angelis, di Sulmona Annamaria Casini e del presidente della Provincia dell'Aquila e sindaco di Castel di Sangro Angelo Caruso «saremmo di fronte al secondo sgambetto in pochi giorni commesso ai danni dell'Abruzzo e delle aree interne da parte questo Governo, che ha già inopinatamente, e nonostante sia giunto al capolinea, deciso di localizzare la centrale del metanodotto Snam a Sulmona. Ci chiediamo - proseguono i quattro sindaci - fino a quando i nostri cittadini dovranno continuare a pagare, non solo in termini economici, di far parte di quella Italia in salita che vede nei tratti autostradali la sola vera opportunità di collegamento con Roma e l'area adriatica, considerata la lentezza e l'inadeguatezza della rete ferroviaria. Penalizzare ulteriormente territori già messi a dura prova da calamità e disastri naturali, decisioni calate dall'alto senza alcuna condivisione e tagli ai servizi essenziali - concludono - sarebbe lo smacco finale di un Esecutivo che tra gli ultimi atti della sua vita legislativa pensa bene di mettere le mani nelle tasche degli abitanti delle zone interne e montane della nostra regione».

Oltre ai sindaci, anche il direttore e il presidente della Confcommercio dell'Aquila, Celso Cioni e Roberto Donatelli, chiedono un rinvio degli aumenti con una lettera aperta indirizzata al presidente della giunta regionale Luciano D'Alfonso per conoscere se corrisponde al vero che, «a partire dal prossimo primo gennaio 2018, le tariffe della Rete Autostradale abruzzese, meglio nota come Starda dei Parchi, lieviterebbero del 13%. A tale riguardo sottolineiamo che se la notizia venisse confermata, i costi delle percorrenze sarebbero certamente i più alti. Ciò evidentemente produrrebbe un'ulteriore perdita competitiva del Sistema produttivo abruzzese nel momento in cui con fatica esso sta cercando di poter fruire degli ancor debolissimi segnali di ripresa economica ed occupazionale ed in un contesto nel quale ormai la competizione non è ormai più tra singole imprese ma tra Sistemi. Per non parlare poi dei costi che tutti i pendolari saranno costretti a sostenere per i notevoli maggiori costi che saranno sottratti ai potenziali consumi commerciali delle famiglie, peraltro ancora non particolarmente brillanti. Per tali ragioni richiediamo formalmente un urgente incontro a tale riguardo teso in primis a verificare la fondatezza della notizia e sul merito ad individuare ogni iniziativa da porre in campo per evitare le pesantissime conseguenze che tale rincari potrebbero provocare al Sistema economico dell'intera Regione Abruzzo».

Per il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, se ci dovesse essere l'aumento «sarebbe un salasso per quella che è già l'autostrada più cara d'Italia e di fatto l'unica possibilità di collegamento dell'Abruzzo, e dell'Abruzzo interno in particolare, verso Roma e non solo. Non è una scelta equa neppure questa, e graverebbe su territori che stanno già affrontando problemi immani. Non lo sarebbe per i cittadini, per le imprese, per i lavoratori». Per presidente e direttore di Confartigianato Abruzzo, rispettivamente Luca Di Tecco e Daniele Giangiulli, «l'aumento dei pedaggi è vergognoso, è un ennesimo rincaro che potrebbe divenire realtà se venissero confermate le voci circa l'accordo, giunto al termine di una lunga trattativa tra Strada dei Parchi, Ministero dei Trasporti e Ministero dell'economia». I due attaccano il presidente della Giunta regionale abruzzese, Luciano D'Alfonso: «Altrettanto vergognoso è il silenzio del governatore Luciano D'Alfonso sulla questione». Sulla questione è molto critico anche Massimo Carugno della segreteria nazionale Psi. «La Strada dei Parchi applica una sentenza del Tar che annulla il blocco degli aumenti imposto dal Ministero Infrastrutture e Trasporti nel 2014. Se per andare da Pescara a Roma si spendevano 17,30 euro dal 1° gennaio ci vorranno circa 20. Siamo a livelli di quasi il doppio di quello che si paga sulla Milano-Bari. Questa regione, che dovrebbe vivere di turismo, è penalizzata proprio sui costi della mobilità. Autostrade a prezzi astronomici e treni che viaggiano a passo di lumaca rischiano di azzerare qualunque forma di interesse turistico per l'Abruzzo. Tutto nell'assordante silenzio del governo regionale».

In serata la nota del Ministero dei Trasporti: l'aumento su A24 e A25 dal primo gennaio ci sarà ed è confermato anche che sfiorerà il 13%.