A24 e A25, i sindaci contro le "elemosine": «Gli aumenti vanno sospesi e basta»

I primi cittadini aquilani e il presidente della Provincia contro la proposta di fare uno sconto del 20% ai pendolari, costo che verrebbe coperto dalle Regioni, quindi dai contribuenti: «Stanchi di essere vessati e presi in giro»

L'AQUILA. «Una risposta insufficiente e inadeguata rispetto alle esigenze e le istanze che da settimane stanno arrivando da cittadini e sindaci stanchi di essere vessati e presi in giro». È la presa di posizione dei sindaci di L'Aquila, Pierluigi Biondi, Avezzano, Gabriele De Angelis, Sulmona, Annamaria Casini, e del presidente della Provincia aquilana Angelo Caruso, rispetto all'ipotesi di sconto del 20% a carico delle Regioni individuata ieri in un incontro a Roma, nella sede del Ministero che ha convocato Regioni Abruzzo e Lazio. Questo, secondo i quattro amministratori, «nonostante il sostegno alle proteste garantito in questi giorni anche dai rappresentanti della Regione».

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L'aumento di quasi il 13 per cento decretata dal ministero ha fatto insorgere territori ed istituzioni delle due regioni. «Settimane di mobilitazione, manifestazioni di decine sindaci, presìdi ai caselli autostradali, incontri a Roma: tutto questo non è stato fatto invano. - commentano - La nostra richiesta era e rimane quella di sospendere gli aumenti indiscriminati che penalizzano le popolazioni delle aree interne della nostra regione». «Una vittoria di Pirro, qualora si dovesse concretizzare, come quella dell'elemosina sulle tariffe di A24 e A25 per i pendolari non ci farà muovere di un centimetro dalle nostre posizioni - concludono i tre sindaci e il presidente della povincia - e continueremo a lottare affinché i nostri cittadini non vengano considerati serie B e, per questo, tartassati da provvedimenti ingiustificabili che penalizzano non solo i pendolari ma l'intero Abruzzo, sia dal punto di vista commerciale sia da quello turistico». Una "elemosina" che, in ogni caso, essendo versata dall'ente Regione, ricadrebbe comunque sulle tasche dei contribuenti abruzzesi.