Abruzzesi poco digitali e non interessati alla cultura

Il rapporto Cresa su istruzione e formazione. Solo in due su dieci vanno una volta l'anno al teatro. E le donne sono troppo prese dalla famiglia

PESCARA. L'Abruzzo è agli ultimi posti fra le regioni più virtuose quanto a competenze alfabetiche, numeriche e digitali. I valori sono ampiamente inferiori alla media nazionale e superiori nel complesso solo a quelli del Mezzogiorno. È quanto emerge dal focus del Cresa (Centro regionale di Studi e ricerche economico-sociali) su istruzione e formazione degli abruzzesi; evidenziato anche un basso interesse per la partecipazione alle attività culturali. Un quadro scoraggiante.

In Abruzzo, come nel resto del Paese, sono le donne a mostrare valori più elevati in ambito alfabetico (200 contro 190) e gli uomini nel campo numerico (198 contro 189) e in quello dell'alta competenza digitale (17,6% contro 15%). Su quest'ultimo influisce negativamente la più elevata percentuale di popolazione anziana femminile che fa osservare un livello di scolarizzazione inferiore a quello maschile cui si aggiunge la minore propensione delle donne non più giovani a utilizzare i mezzi informatici anche a causa dei maggiori impegni derivanti dalla attività di cura familiari che assorbono gran parte del loro tempo.

Assai bassa nel 2015 la partecipazione ad attività culturali, intendendo per partecipazione ad attività culturali lo svolgimento una volta l'anno di almeno tre attività tra: andare quattro volte al cinema; almeno una volta a teatro, musei e/o mostre, siti archeologici, monumenti, concerti di musica classica, opera, concerti di altra musica, leggere almeno quattro libri o un quotidiano almeno tre volte a settimana. Nel 2015 ha partecipato ad attività culturali il 25% della popolazione regionale maschile e il 23% di quella femminile, valori che relegano l'Abruzzo nelle ultime posizioni della classifica delle regioni ordinate per valori decrescenti (rispettivamente 14° e 15° posto, seguito solo dalla Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, e, per gli uomini anche dalla Basilicata).

Negli ultimi dieci anni presi in considerazione, l'indicatore mostra un andamento decrescente, con un attenuarsi della differenza di genere che tuttora persiste a vantaggio degli uomini (-3% per la componente maschile e -1% per quella femminile).