Abruzzo, pescherecci in porto: il fermo biologico inizia in anticipo

Le grandi barche rientrate giovedì, lo stop da San Benedetto a Termoli fino al 23 settembre. Il pesce a tavola arriva da fuori, e i prezzi si alzano

PESCARA. Quella di giovedì è stata l'ultima giornata di pesca per le grandi barche della marineria abruzzese. Il fermo biologico è scattato con tre giornate di anticipo. La data ufficiale d'inizio del 12 agosto, lunedì, non aveva infatti motivo per essere rispettata. Il mercato ittico  è chiuso di sabato e l'ultimo giorno utile per bandire il pescato era ieri, venerdì. Quindi gli armatori hanno deciso di far rientrare le barche giovedì sera, in modo da scaricare il pescato e di poterlo immettere subito nel mercato.

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La marineria resta ferma per 42 giorni. Ma anche in questo caso le barche torneranno in mare tre giorni dopo la scadenza del fermo biologico perché essa cade di venerdì e gli ormeggi saranno lasciati la notte tra domenica 23 e lunedì 24 settembre.

Le date sono imposte dal ministero in tutto l'Adriatico centrale, da San Benedetto del Tronto a Termoli dal 13 agosto al 23 settembre; le date relative ai compartimenti da Manfredonia a Bari, sono state stata anticipate dal 13 agosto (anziché il 27) al 23 settembre (anziché il 7 ottobre). Gli equipaggi, dopo un breve periodo di vacanza, sono in genere chiamati dagli armati per effettuare i lavori di manutenzione delle imbarcazioni.

Il fermo biologico comporta inevitabilmente il mancato arrivo di pesce fresco locale a tavola. In Abruzzo si attingerà al mercato pugliese o del Tirreno; in qualche caso il pesce arriverà dal nord. Con una conseguenza in danno dei consumatori: i prezzi si alzeranno a causa dei costi di trasporto. A meno che a tavola si sceglieranno i prodotti di taglia più piccola, ottimi per chi ha poca fame e per fare zuppe e brodetti.