aree urbane a rischio

Abruzzo, scatta l'emergenza: regione invasa da 150 mila cinghiali

Dopo la tragedia di Cefalù anche nella nostra regione si riapre il caso. Tante le segnalazioni e gli incontri anche nelle città e in spiaggia. Necessaria la caccia di selezione

Venerdì scorso a Cefalù, in Sicilia, un uomo di 77 anni è stato assalito e ucciso da un branco di cinghiali che pascolava vicino casa sua. La moglie che ha tentato di salvarlo è stata ferita. Due mesi fa a Brescia, un agricoltore è morto dissanguato in circostanze analoghe. Sono notizie di cronaca che colpiscono e allarmano l’opinione pubblica. Perché l’incontro ravvicinato con questo ungulato è sempre più frequente, anche se raramente ha esiti drammatici. E non riguarda più solo l’ecosistema agricolo-pastorale, ma anche e con sempre maggiore frequenza, quello urbano.

In Abruzzo le segnalazioni di gruppi di cinghiali a spasso per strade e piazze sono costanti, giornaliere. Quanti sono? Nessuno lo sa. Forse 150 mila, dicono in Regione. Forse di più. Manca un censimento attendibile che dovrà essere fatto. Certamente sono tanti, voraci e dannosi soprattutto per l’agricoltura. Nel triennio 2011/2013 la Regione ha erogato 4 milioni di euro alle Province per rimborsare le aziende agricole danneggiate. L'anno scorso la cifra è scesa a 500mila euro, per poi risalire quest'anno a 750mila: è una delle poche voci del bilancio regionale destinate ad aumentare. Ma, come si è detto, i cinghiali non si limitano a devastare i campi. Il numero crescente, la necessità di nutrirsi, l’aggressività, li spingono sempre più verso le zone abitate dove rovistano nei cassonetti e nei cumuli di rifiuti in cerca di cibo. Non solo di notte.
Il 20 luglio scorso a San Vito un papà che rincasava per cena con la figlioletta di 5 anni ha incrociato un cinghiale adulto con quattro cuccioli davanti al portone di casa. Un faccia a faccia non inaspettato, visto che nei giorni precedenti i residenti avevano chiesto al Comune di recintare l’area giochi del quartiere per proteggere i bambini. Il sindaco Rocco Catenaro ha emesso un’ordinanza per la cattura e l’abbattimento dei cinghiali. Pochi giorni dopo, il 30 luglio, a Orsogna, un turista americano è stato inseguito da un esemplare di grossa stazza in pieno centro storico. Due giorni prima la stessa avventura era toccata a un gruppo di giovani del luogo. A San Salvo e Martinsicuro cinghiali sono stati avvistati sulla spiaggia. A Goriano Sicoli nell’Aquilano fanno visite frequenti al parco giochi.
A Punta Penna un gruppo di turisti ha potuto fotografare sette cinghiali che banchettavano in un campo di grano. Sulla provinciale 154, che collega la Val Sinello alla statale 16 Adriatica, un cinghiale adulto ha attraversato la strada finendo contro un’auto. Il cinghiale è morto e l’automobilista (fortunato perché uscito illeso dall’incidente) dovrà faticare per farsi rimborsare i danni. C’è anche chi prende le contromisure. Un agricoltore di Castelli che aveva sparato dalla finestra di casa per mettere in fuga tre cinghiali è stato assolto dalla Corte d’appello dell’Aquila dopo aver subito una condanna del Tribunale di Teramo al pagamento di 9mila euro per “aver sparato a fauna protetta nell’area del Parco del Gran Sasso”. Farsi “giustizia” da sè non è però la soluzione migliore e non è risolutivo. La soluzione è quella che si sta prendendo anche in Abruzzo: avviare in maniera sperimentale la caccia selettiva al cinghiale. In base la nuovo calendario venatorio, la caccia riguarderà i maschi e le femmine ad eccezione delle femmine adulte – dal 2 al 30 settembre e dal 15 aprile al 3 settembre 2016; e i maschi e femmine di tutte le classi dal 1° ottobre 2015 al 31 gennaio 2016. Nel frattempo la Regione ha chiesto alle Province un piano quinquennale di controllo dei cinghiali. Inoltre all'interno del Piano di sviluppo rurale regionale 2014-2020, ha previsto una “microfiliera del cinghiale” con la nascita di mattatoi ad hoc, aggirando un altro problema della regione, dove non esistono ditte specializzate nello smaltimento delle carcasse dei cinghiali. Il cinghiale a questo punto da problema diventerebbe, come si dice, una risorsa.
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