«Ai cittadini più sicurezza ma soprattutto lavoro»

Il ministro Marianna Madia a Pescara a sostegno della mozione Renzi-Martina Ad Avezzano visita lampo al Consorzio acquedottistico marsicano

PESCARA. «Ripartire dai bisogni essenziali dei cittadini: reddito, e quindi lavoro, istruzione, salute, sicurezza sociale e urbana. Le riforme del governo Renzi, come quella sulla pubblica amministrazione, sono processi lunghi, faticosi e complicati che non vanno soltanto attuati, ma anche messi a terra, con l’obiettivo di ridare certezze alle troppe insicurezze delle persone». È questa la ricetta snocciolata dal ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione Marianna Madia, intervenuta ieri all’Auditorium Petruzzi di Pescara per sostenere la volata di Matteo Renzi alle primarie del Partito democratico.

In una sala quasi gremita, nonostante la giornata prefestiva, sono saliti sul palco per supportare la mozione Renzi-Martina il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, la deputata Vittoria D’Incecco, il sindaco di Pescara Marco Alessandrini e i segretari regionale e cittadino del Pd, Marco Rapino e Moreno Di Pietrantonio.

«Domenica sarà una grande giornata di democrazia», ha esordito Di Pietrantonio tra gli applausi di simpatizzanti, militanti e rappresentanti delle istituzioni, «sarà una festa del Pd e dell’Italia. Dimostriamo di essere un partito aperto a tutti, visto che i cittadini addirittura eleggono il segretario nazionale». Diversi i temi trattati: dalla semplificazione della pubblica amministrazione alla disoccupazione giovanile, dal vento di ottimismo portato dalle elezioni presidenziali francesi alle infrastrutture. «Il segnale che ci arriva dalla Francia è positivo», aggiunge Rapino, «le difficoltà a governare ci sono e le vediamo anche qui in Abruzzo, ma per cambiare il Paese è necessaria un’accurata azione di semplificazione e revisione: meno rivoli e burocrazia e più competitività, la fine degli Abruzzi e l’inizio dell’Abruzzo unito».

«Ripartire dalle basi del partito» è il mantra di Vittoria D’Incecco, convinta che Renzi abbia avviato «un percorso che ha coinvolto tutti, ognuno con la propria esperienza e peculiarità, anche se le riforme non hanno ancora dato esiti».

«L’esperienza di quei formidabili mille giorni di Governo va sostenuta, l’Abruzzo ha ricevuto risultati mai visti prima», rimarca D’Alfonso elencando quanto portato a casa grazie anche al miliardo e mezzo di risorse inserite nel Masterplan. «Se l’unica alternativa al populismo è l’impopolarità», chiosa Alessandrini, «allora invito a diffidare di quanti dicono che smontare vale più di costruire e di quanti propongono soluzioni semplici a problemi complessi». Un invito a «mettere da parte le urla, il rancore e la paura» arriva dalla ministra Madia, sicura che si possa «cambiare l’Europa con la forza della politica, offrendo ai cittadini più sicurezza». «Stato sociale non significa soltanto assistenza», conclude Madia, «ma anche trampolino. Questa è la nostra sfida, poiché oggi non sono solo gli ultimi a sentirsi insicuri, ma la paura di perdere il lavoro e l’ansia di uno scivolamento improvviso è vissuta dalla maggior parte delle persone, dai penultimi e dai terzultimi».

In giornata la Madia era stata ad Avezzano. Sessanta minuti durante i quali ha toccato con mano la realtà Cam, una delle migliaia di società partecipate italiane oggetto del riordino messo in cantiere dal governo Gentiloni, per eliminare gli sprechi e potenziare le strutture funzionali all’erogazione di servizi di qualità per i cittadini. Accolta da amministratori, sindaci e dipendenti, il ministro Madia – al termine di una breve sosta a Palazzo di città – dopo aver ascoltato il primo cittadino di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, il presidente del Cam, Paola Attili, e l’ad Giuseppe Venturini, ha detto: «Se le oltre 9mila società sparse in Italia avessero operato bene e assicurato servizi di qualità ai cittadini il decreto n. 175 non ci sarebbe stato. Non ci sono pregiudizi, vogliamo solo mettere in moto un meccanismo virtuoso ed eliminare gli sprechi». All’incontro, erano presenti, tra gli altri, anche il presidente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, e il consigliere regionale Lorenzo Berardinetti.

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