All’Aquila batte il gran cuore degli scout 

A dieci anni dal sisma tornano in 400 nella città dove nei giorni della catastrofe allestirono dieci tendopoli per gli sfollati

L’AQUILA. Quattrocento capi scout hanno partecipato all'assemblea regionale dell'Agesci Abruzzo che si è svolta all’Aquila. Una scelta ben precisa, quella di tornare nel capoluogo di Regione in occasione del decennale del sisma che nel 2009 ha visto gli scout protagonisti per impegno e professionalità. A ricordare quei momenti tragici è stato, nel corso dell'assemblea, don Franco D'Angelo, assistente ecclesiastico dell’Agesci Abruzzo.
«Quello di domenica è stato un bel momento di comunione tra la nostra associazione e il territorio. Fin dai primi momenti del sisma di dieci anni fa, infatti, gli scout dell’Agesci sono stati presenti allestendo dieci tendopoli in cui 1.800 ragazzi giunti da tutta Italia, dopo un breve periodo di preparazione nel convento di Mosciano, si prodigarono per portare assistenza alle popolazioni terremotate».
«In quei momenti», ricorda ancora don Franco, «non ci poteva essere una ricostruzione materiale, ma la ricostruzione delle persone sì, insieme alla speranza di poter credere che sarebbe stato possibile ricostruire anche la città. E le persone, in quei momenti, mostravano di apprezzare il valore della vita proprio dopo essersi trovati di fronte alla morte. Lo scoutismo abruzzese porta con sè questo grande bagaglio d’esperienza di vita, che ci aiuta ad avere la forza di saper continuare a sorridere in ogni difficoltà».
Gli scout dell’Agesci si sono ritrovati per la loro assemblea nell'Emiciclo, uno dei palazzi simbolo ricostruiti e restituiti alla città, in un incontro patrocinato dalla Regione Abruzzo al quale ha partecipato il vice presidente del consiglio regionale, Roberto Santangelo. Subito dopo l'assemblea, i capi-scout hanno partecipato a una messa con l'arcivescovo dell'Aquila, il cardinal Giuseppe Petrocchi.
«Il decimo anniversario del sisma aquilano è l'occasione per noi educatori per fare memoria della presenza dei tanti scout che si sono avvicendati su questo territorio dal 2009 in poi per un servizio a una popolazione ferita ma forte, che ha ricambiato il nostro impegno con un immenso affetto», ha spiegato Patrizia Ciccarella, responsabile regionale dell'Agesci Abruzzo. «Ed è stata anche l'occasione per delineare le linee guida per le future azioni educative da sviluppare nella regione», ha aggiunto Luigi Gobbi, anch'egli responsabile regionale di Agesci Abruzzo. Ruggero Mariani, un capo scout dell'Aquila, ricorda il tanto lavoro fatto e anche la speranza per le nuove generazioni. «Per ricostruire la realtà sociale bisogna saper leggere i segni che indicano la strada per ricostruire una vita normale. Nei gruppi scout aquilani», sottolinea Mariani, «cominciamo ad avere i bambini nati dopo il terremoto. I "lupettini" non conoscono L'Aquila com’era e non sanno quel che è successo. Noi quindi cerchiamo di far scoprire una realtà che in futuro saranno loro stessi a tramandare per ricostruire. Pensiamo che sia necessario dialogare con le generazioni post-sisma».
L’Agesci rappresenta la più grande associazione scout italiana, con oltre tremila iscritti in Abruzzo suddivisi in più di cinquanta gruppi diffusi sull’intero territorio regionale.