«Aptr, subito la riforma poi le nomine»

Il nodo della presidenza dell'ente turistico. La Margherita chiederà il posto per un suo rappresentante. Paolini: martedì la regione approvi la legge che riduce il Cda

PESCARA. Chiudere la partità martedì con la riforma dell'Aptr, poi toccherà alla giunta fare le sue scelte». E' l'appello del vice presidente della giunta, Enrico Paolini nei panni di assessore al turismo, che rivolge al Consiglio regionale. L'assemblea martedì dovrà decidere la riforma dell'azienda di promozione turistica regionale (Aptr), e rendere possibile la nomina del neo presidente. Un percorso accidentato e per nulla scontato, perchè a parole la riforma è chiesta da tutti ma non c'è un accordo sui nomi.

Un percorso accidentato e per nulla scontato. L'Aptr, come ente regionale, dovrà subire un taglio di costi e di poltrone. Il Cda dovrà scendere da sette a cinque membri e, come previsto dalla riforma e ribadito da Paolini, ci sarà una piccola rivoluzione: non più presenze di amministratori pubblici, ma nell'Aptr entreranno anche i privati. «La cosa innovativa, oltre al taglio delle spese del 20%», fa presente Paolini, «è la costituzione del comitato tecnico consultivo, con Confindustria, Confesercenti, Confcommercio, Fiavet e le Cooperative. Ognuno esprime un rapprentate, ed a loro volta, indicano un delegato a partecipare, ma senza oneri, nel Cda. La presenza diretta delle associazioni di categoria permette di avere delle indicazioni sui progetti, ma è anche un primo passo per la privatizzazione dell'Ente».

Altro capitolo sono le nomine. La presidenza dell'Aptr è un posto ambito e la Margherita da tempo ne rivendica la poltrona. Paolini non fa nomi benchè la competenza sia sua, però lancia un auspicio. «Che Enzo Giammarino che oggi svolge il ruolo di presidente, sia riconfermato come consigliere. Sulla presidenza si discuterà dopo, bisognerà esaminare i curriculum». In merito a quanti, invece, vorrebbero eludere la riforma taglia posti, Paolini fa presente che «all'ordine del giorno non ci sono nomine, ma la riforma». Anche la Margherita chiede agli alleati per accelerare la nomina del presidente, ma seppure la spunterà nell'assegnazione dell'incarico, il partito è diviso sul nome da indicare.