Bonifica Bussi, il Tar Lazio respinge il ricorso di Toto

La holding dell'imprenditore abruzzese aveva impugnato la gara bandita dal commissario Goio e alla quale partecipano cinque raggruppamenti di impresa. Ora l'assegnazione dei lavori può andare avanti

ROMA. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato dalla Toto Holding Spa, che chiedeva l'annullamento della gara per la bonifica delle aree inquinate Solvay del sito d'interesse nazionale di Bussi sul Tirino (Pescara). Il ricorso è stato dichiarato "in parte irricevibile, in parte inammissibile e in parte infondato" dalla sezione II bis del Tar Lazio (Elena Stanizzi presidente, Antonella Mangia consigliere estensore e Antonio Andolfi consigliere), che ha emesso la sentenza ieri, dopo che nell'udienza del 15 marzo scorso il ricorso era stato trattenuto in decisione.

La società dell'imprenditore abruzzese Carlo Toto aveva impugnato la gara bandita dal commissario, lo scomparso Adriano Goio, nel dicembre 2015, alla quale non aveva neppure partecipato, considerandola un atto illegittimo, visto che non solo il commissario non ne aveva la competenza, ma essa si limitava all'aspetto ambientale trascurando quello della reindustrializzazione. A essere contestata era anche l'assenza di un adeguato progetto preliminare e di un piano di caratterizzazione, cioè la mappatura dei veleni presenti nel sottosuolo. "La ricorrente - si legge nella sentenza - ha anche formulato istanza istruttoria per l’acquisizione "di tutta la documentazione inerente le procedure richiamate'".

I giudici amministrativi, nella sentenza in cui condannano la Toto anche al pagamento delle spese legali, ricordano come i termini per la presentazione di ricorsi del genere siano, a seconda delle norme, di 30 o 60 giorni dalla data di pubblicazione del bando di gara, per definire "tardivo" il ricorso, presentato quasi un anno dopo, il 30 dicembre 2016; e ritengono che non ci siano "elementi validi a ricondurre la portata lesiva del bando a un momento successivo a quello della data di pubblicazione dello stesso". Il ministero dell’Ambiente, la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dello Sviluppo economico e la Regione Abruzzo, nella propria memoria presentata in giudizio davanti ai giudici amministrativi, hanno "eccepito l’irricevibilità del ricorso per tardività, [...] l’improcedibilità del ricorso avverso il bando "per sopravvenuta carenza di interesse" per omessa impugnazione dell’ordinanza del capo della Protezione civile 8 agosto 2016, n. 365, di conferma del bando, l’inammissibilità e/o improcedibilità dell’impugnativa degli altri atti poiché 'non censurati per vizi propri' e, in via subordinata, l’inammissibilità del ricorso 'per difetto di legittimazione ad agire della Toto Holding s.p.a.'".

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La memoria sancisce anche la fine della diatriba tra Toto e il Comune di Bussi, che, secondo la società, avrebbe ignorato le proprie manifestazioni d'interesse a investire sull'area: in essa viene infatti sostenuta "l’inammissibilità del ricorso per difetto di legittimazione ad agire della Toto Holding s.p.a. (ponendo, peraltro, in evidenza l’assoluto mancato riscontro alla manifestazione di interesse della ricorrente del 12 luglio 2016, costituente una autonoma ed unilaterale iniziativa della stessa Toto Holding), per omessa notifica al controinteressato Solvay". Sulla strada della gara, ancora ferma nonostante i solleciti fatti dal ministero al presidente della commissione giudicatrice, Pasquale De Lise, non ci sono dunque più ostacoli, dopo che la settimana scorsa si è proceduto anche al passaggio di consegne tra l'ufficio commissariale e il dicastero dell'Ambiente, che con la dirigente Laura D'Aprile da agosto è tornato a essere responsabile della bonifica e della reindustrializzazione, e dopo che la settimana prima era stato nominato il nuovo responsabile unico del procedimento: il quarto, nella persona dell'ingegnere romano Enrico Bentivoglio, funzionario del provveditorato interregionale alle Opere pubbliche, dopo Mario Dari Salisburgo, Massimo Di Battista e Silverio Salvi, quest'ultimo dimessosi dopo essere stato indagato nell'ambito della maxi inchiesta sugli appalti della Regione Abruzzo.

Per la bonifica, stimata in circa 50 milioni di euro, sono in corsa cinque raggruppamenti di imprese: Vittadello Intercantieri (mandataria) e Acr di Reggiani Albertino Spa (mandante), Hera Ambiente Spa (mandataria) e Fedele Di Donato Srl, Cericola Srl, Autotrasporti Pensiero Srl, Ms Isolamenti Spa, Angelo De Cesaris Srl (mandanti), Dec - Deme (mandataria) e Safond Martini Srl, Elios Ambiente Srl, Sidra Società italiana dragaggi Spa, Cooperativa San Martino soc.coop. (mandanti), Ecologica Spa (mandataria) e Ireos Spa, Semataf Srl, Trs Servizi Ambiente Srl (mandanti), Ambienthesis Spa (mandataria) e De Cristofaro Srl, Germani Srl (mandanti).