Bussi e Piano d’Orta, i tempi si allungano 

La Regione costretta a sottoporre le maxi bonifiche alla valutazione d’impatto ambientale. Che farà slittare di mesi i lavori

PESCARA. La discarica dei veleni di Bussi ha dimensioni superiori ai 100mila metri cubi quindi la bonifica dovrà essere sottoposta a valutazione di impatto ambientale (Via). Così, ieri pomeriggio, il dirigente del servizio gestione rifiuti, Franco Gerardini, ha risposto al Ministero dell'Ambiente che, il 13 aprile scorso, ha messo in mora la Regione Abruzzo. Non è solo l’ennesimo atto di una vicenda che ha compiuto undici anni, ed è finita al centro di un interminabile processo e di un iter di bonifica che non vede la parola fine, ma è anche un ulteriore passaggio burocratico destinato ad allungare i tempi della rimozione di oltre 130mila metri cubi di rifiuti contaminati, come propone il progetto presentato dalla Edison spa. La stessa sorte peraltro toccherà nelle prossime ore anche all'altra area contaminata, quella dell’ex Montecatini di Piano d'Orta, che vede sempre la Edison come responsabile dell'inquinamento.
Il Ministero, attraverso il suo direttore generale, Gaia Checcucci, la settimana scorsa ha inviato una doppia diffida alla Regione, chiedendole di pronunciarsi sulla necessità o meno di assoggettare le due bonifiche alla valutazione di impatto ambientale. Ma è come se tra i due enti si fosse innescato un braccio di ferro su chi deve decidere di allungare i tempi con la Via. Sta di fatto che ieri il dirigente Gerardini ha tagliato la testa al toro e ha risposto al Ministero, determinando di fatto lo slittamento delle due bonifiche di mesi andando, nel caso di Bussi, persino oltre il pronunciamento della Cassazione, fissato alla fine di settembre, sulla responsabilità penale di dieci imputati rimasti sub iudice.
La Regione però non poteva fare diversamente dopo il doppio ultimatum ricevuto. “Richiesta di verifica assoggettabilità a Via”, questa era l'intestazione comune delle due mail inviate dal ministero che nel caso di Bussi ha scritto: «Si comunica che a scadenza dei 45 giorni fissati dalla conferenza di servizi in forma semplificata e in modalità sincrona (cioè senza alcuna convocazione delle numerosi parti interessate), non risulta pervenuta alcun contributo da parte di codesta Regione. Si chiede», aggiunge quindi il dg Checcucci, «a codesta amministrazione, entro il termine di due giorni, se il progetto di che trattasi è soggetto a Via».
Alla richiesta perentoria si aggiunge anche un avvertimento: «In caso di mancato riscontro la scrivente amministrazione, in qualità di titolare del progetto di bonifica in corso, non potrà procedere all'approvazione di cui in oggetto, essendo esclusa espressamente la formazione del silenzio assenso tra pubbliche amministrazioni». In altre parole: se la bonifica non ci sarà è colpa della Regione. Che ieri si è trovata costretta a rispondere su Bussi con questa nota: «Il servizio gestione rifiuti ritiene necessario sottoporre all'esame del Via il progetto operativo di bonifica e piano di rimozione rifiuti area Tre Monti». E la stessa cosa dovrà fare oggi anche per i veleni dell’ex Montecatini di Piano d'Orta.