GRANDI MANOVRE

Caccia al seggio in Parlamento: chi entra, chi esce, chi spera 

Ricandidatura certa per Ginoble e Castricone nel Pd. Sui dem l’incognita D’Alfonso Di Stefano (FI) verso il Senato. Alfaniani in corsa alla Camera. Melilla (Art. 1) blindato

ROMA. Il 2018 incombe. E le grandi manovre per le candidature alle prossime politiche sono già iniziate. Anche in Abruzzo, che nel 2013 ha piazzato 21 parlamentari (14 deputati e 7 senatori) tra gli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama, la partita è già in corso. Con un interrogativo da sciogliere: ci sarà spazio per tutti gli uscenti al prossimo giro ?
Blindati dall’alto. Non è detto. Innanzitutto perché, se le leggi elettorali di Camera e Senato resteranno quelle riscritte dalla Corte Costituzionale, giocheranno un ruolo chiave le scelte delle segreterie dei partiti. Soprattutto alla Camera dove il sistema dei capilista bloccati lascia ai leader delle grandi forze politiche la selezione dei candidati blindati. «Nell’attuale legislatura, a parte Gaetano Quagliariello e Yoram Gutgeld, deputati e senatori eletti in regione sono tutti abruzzesi, compreso il sottoscritto – riflette un parlamentare di centrodestra –. Se, però, nel 2018 i capilista bloccati fossero tutti esterni, il peso politico della regione rischierebbe un drastico ridimensionamento».
Borsino democratico. Ma andiamo con ordine. Nel Pd, è praticamente scontata la ricandidatura del rosetano Tommaso Ginoble. Il mister preferenze delle primarie 2012, però, potrebbe rinunciare a ripresentarsi alla Camera per rincorrere un seggio al Senato (dove il collegio è su base regionale). A Montecitorio, è dato per certo un posto in lista (in quota Emiliano) anche per il deputato Antonio Castricone. Di buone chance è accreditato pure Gianluca Fusilli, subentrato in corsa a Montecitorio per rimpiazzare Giovanni Legnini dopo la sua elezione alla vice presidenza del Csm. Decisamente più difficile la partita per Maria Amato. Il motivo lo spiega al Centro un autorevole parlamentare abruzzese del Pd: «Premesso che tutti i deputati in carica meriterebbero di essere ricandidati, è indubbio che la Amato non goda, a mio avviso ingiustificatamente, della stima incondizionata dell’intero vertice regionale del partito». Punto interrogativo anche sulla ricandidatura di Vittoria D’Incecco. E la senatrice Stefania Pezzopane? La pesante sconfitta rimediata dal Pd e dal centrosinistra alle ultime amministrative nella sua L’Aquila non è certo il miglior biglietto da visita da esibire. Insomma, per lei quotazioni in calo, ma la partita non è chiusa.
Grandi salti. Poi ci sono le possibili new entry. Scaldano i motori, si sussurra nei corridoi di Montecitorio, i sindaci dem di Giulianova, Francesco Mastromauro, di Lanciano, Mario Pupillo, e di Francavilla, Antonio Luciani. Ma su tutti svetta il nome del governatore dell’Abruzzo, Luciano D’Alfonso. Romperà gli indugi per tentare il grande salto nei palazzi romana? La sua possibile candidatura in Parlamento è «nelle cose», spiegava qualche giorno fa il portavoce della maggioranza in Regione, Camillo D’Alessandro, che potrebbe seguirne le orme.
Da sinistra a destra. Capitolo centrodestra. Data per certa la ricandidatura del deputato chietino di FI, Fabrizio Di Stefano. Per il quale non si esclude, però, la possibilità di correre al Senato. «Anche perché senatore lo è già stato senza contare che il partito potrebbe meglio capitalizzare l’ampio consenso di cui gode in tutto l’Abruzzo, sfruttando il collegio regionale – spiega un autorevole parlamentare azzurro –. Non solo: sarebbe anche un test in vista delle regionali alle quali Di Stefano potrebbe correre per la carica di governatore». E alla Camera? Per il posto di capolista, in pole c’è il coordinatore regionale di FI, Nazario Pagano. «Un riconoscimento per il successo delle ultime amministrative», spiegano i colleghi di partito a Montecitorio. E, grazie alla preferenza di genere, sempre alla Camera (dove va indicato il nome di un uomo e di una donna, ndr) anche la senatrice sulmonese Paola Pelino avrebbe ottime chance di riconfermarsi. Più incerto il destino parlamentare di Antonio Razzi: in molti, nel partito, non sembrano più disposti a tollerare le sue boutade, dalle esternazioni pro Nordcorea agli scatti al fianco del dittatore siriano Assad.
Centro alla riscossa. I deputati Paolo Tancredi e Filippo Piccone e la senatrice e sottosegretaria Federica Chiavaroli di Alternativa popolare, si sono resi disponibili ad un nuovo mandato. Per tutti, la partita si giocherà probabilmente alla Camera, dove lo sbarramento al 3% rende la sfida meno ardua rispetto all’8% del Senato. «Ma anche a Palazzo Madama c’è spazio per lanciare una coalizione moderata», scommette più di qualcuno nel partito di Angelino Alfano. Tra loro i nomi di Tancredi e Chiavaroli vengono considerati già inclusi nelle liste abruzzesi.
Incognite e certezze. E’certa anche la ricandidatura con Articolo 1 di Gianni Melilla, il deputato abruzzese più produttivo (fonte OpenPolis) che siede nella direzione nazionale del partito. Rivendica «coerenza», invece, il montiano Giulio Sottanelli: «Sono rimasto nel gruppo di provenienza, ma è ovvio che Scelta civica non è il futuro - spiega al Centro il deputato impegnato anche al consolidamento di Abruzzo civico -. Sto lavorando ad un nuovo progetto politico liberal democratico con una forte leadership». Per la quale in molti tifano Carlo Calenda. E nel Movimento 5 Stelle? A decidere le possibili ricandidature dei deputati Gianluca Vacca, Andrea Colletti e Daniele Del Grosso e dei senatori Enza Blundo e Gianluca Castaldi saranno gli iscritti con il voto online.