Case, terreni, sapori Ecco l’Abruzzo che piace gli stranieri

Inglesi, tedeschi, russi investono sempre più in immobili E nasce il consorzio Consea per il “turismo esperenziale”

PESCARA. Al primo posto sono i tedeschi, vecchia conoscenza. E, novità in prepotente ascesa, i russi. Cercano sulla costa: strutture moderne, case, ville e castelli (se ci sono) rimessi a nuovo e di alto profilo. Poi gli inglesi, amanti della vita agreste e della campagna in collina, meglio se coltivata con olivi. Quindi gli scandinavi, pronti a insediarsi nei centri storici con l'obiettivo di coltivare nuove conoscenze accorciando le distanze (un pO’ il contrario di quanto avviene alle loro latitudini, scarsamente popolate). Seguono gli olandesi, che al contrario inseguono luoghi ampi e isolati, meglio se in alta collina o montagna. Infine gli americani, con netta preferenza dei centri storici.

Questa è la lista dei desideri degli stranieri in arrivo nella nostra regione con l'intenzione di trascorrere le vacanze e restarci acquistando case e terreni. L'elencazione del chi-cerca-cosa è frutto dell'osservazione oramai decennale di House around Italy, agenzia immobiliare internazionale, la prima in Abruzzo e al quarto posto tra analoghe organizzazioni in Italia.

LA DOMANDA DI CASE. «Negli ultimi 2-3 anni la vendita di case in Italia agli stranieri è cresciuta del 30% grazie a tedeschi, russi e inglesi. Ma in Abruzzo dal 3% della quota di mercato rappresentata, in 5 anni si è scesi all'1%. A tutti gli effetti sono solo i privati a impegnarsi per far conoscere l'Abruzzo. L'ente pubblico non fa abbastanza affinchè il territorio si trasformi in risorsa economica» dichiara Gregorio Di Benigno, amministratore e titolare della sede pescarese dell'agenzia immobiliare (l'ufficio di rappresentanza si trova all'interno dell'Aeroporto d'Abruzzo e in questi giorni è in apertura una nuova sede a Popoli). Eppure l'interesse, la voglia di ritirarsi tra borghi e campagne abruzzesi ci sarebbe, come riportato dal sondaggio 2013 del quotidiano on line statunitense Huffington Post, dove l'Abruzzo figura tra i 21 luoghi migliori al mondo dove trascorrere la terza età. Di qui l'idea, a lungo affinata dall'osservazione degli attuali tempi di crisi, di fare del turismo di qualità, “turismo esperienziale”, con la formula dell'albergo diffuso. Grazie agli abruzzesi che propongono progetti di ospitalità sul territorio, ad esempio aprendo la casa di proprietà nel centro storico che diventa poi casa di affezione per gli stranieri.

IL CONSORZIO CONSEA. Un turismo per spendere utilmente il proprio tempo: raccogliendo l'uva nei vigneti a settembre o le olive a ottobre, così destagionalizzando l'offerta. Turismo nei periodi fuori stagione per importare nuova ricchezza, rivitalizzare l'economia del territorio e, urgenza di fondo, recuperare borghi e centri storici in abbandono. E' questa la mission del nascente consorzio di promozione e sviluppo dei sistemi e beni ecologici e culturali del territorio abruzzese “Consea”, acronimo di Consorzio ecoturistico d'Abruzzo, ovvero “Progetto delle cinque 'i': intercomunale, interprovinciale, interregionale, italiano, internazionale”. Un sistema di reti in rete, operativo su 4 network: turismo, agricoltura bio, energie alternative, immobiliare.

«Con una miriade di progetti per rivitalizzare il territorio a partire dall'area vestina per abbracciare tutta la regione con i suoi centri minori. Coinvolgendo tutti: dal venditore di uova fresche in campagna all'agricoltore specializzato in produzioni di alta qualità e non ancora commercializzate» annuncia Gaetano Evangelista, ispiratore e promotore dell'innovativo Progetto cinque 'i' e responsabile della filiale di Loreto Aprutino di House around Italy. La collaudata expertize di Evangelista, soprannominato “The wise man” da inglesi e nordeuropei che da anni consiglia negli acquisti immobiliari sul territorio, ha favorito l'instaurarsi di una sinergia trasversale fra esperti di gestione territoriale, imprenditori, amministrazioni comunali, Unpli e ProLoco per mettere in rete risorse demaniali gestite in autonomia «con evidenti risvolti occupazionali sui territori, stimolando la capacità di impresa di ogni singolo abruzzese affinchè abbandoni gli indugi e metta a disposizione le proprie e altrui risorse partecipando alle progettualità». I Comuni finora entrati nella rete di Consea sono Vicoli, Collecorvino, Civitella Casanova, Picciano, Scanno; altri sono in fase di adesione. Coordinatore del progetto è l'architetto Fernando Cipriani, presidente di Consea. «L'unica attività che può salvare l'Abruzzo è il turismo di qualità, significa ambiente, paesaggio, servizi» conferma Alessandro Cipriani, responsabile promozione ed eventi del nuovo consorzio. «A differenza della costa mancano posti letto nell'interno della regione, da trovare attraverso il recupero di borghi e villaggi in campagna. Attualmente si contano 100mila presenze di stranieri ma non basta, con 500mila presenze per almeno 7-8 mesi l'anno avremmo risolto i nostri problemi».

PROPRIETÀ DIFFUSA. Consea rilancia l'idea della proprietà diffusa e degli ecoborghi: il consorzio è già operativo con le case - sfitte o invendute, nei centri storici e in campagna - già pronte e arredate, da cedere agli stranieri per 10 mesi all'anno tramite agenzia immobiliare. Piccoli appartamenti essenziali, in luoghi da condividere, ma dotati di alta tecnologia informatica per restare collegati col mondo. Un progetto in itinere che vuole coniugare il ricercato stile di vita “slow” ai tempi moderni. «L'attuale sistema dei trasporti non aiuta, i corridoi europei saltano l'Abruzzo, dalle Marche si bypassa direttamente in Puglia» stigmatizzano i responsabili del consorzio. «L'incentivazione degli scali nell'aeroporto di Pescara migliorerebbe di molto l'economia locale. Pensiamo a un turismo finalizzato allo shopping, dai primi contatti con agenzie di Shangai e Hong Kong sembra più facile che con i tedeschi. Ma per ora si sa solo che da maggio a settembre sarà attiva la linea Pescara-Mosca». «Il turismo è trainante nel momento in cui è esperienziale» sottolinea l'architetto Cipriani «chi viene in Abruzzo deve farne esperienza attraverso le risorse del territorio e del patrimonio esistente: agricoltura bio, di nicchia, orto sinergico, adozione di un uliveto, prodotti di cosmesi da olio d'oliva o miele, enodidattica. Insomma, rendere disponibile il locale al globale nel rispetto del territorio».

©RIPRODUZIONE RISERVATA