Centrali del sole nel Fucino

Previsti pannelli su un milione di metri quadrati

AVEZZANO. Impianti fotovoltaici al posto degli ortaggi. I fertili terreni del Fucino si stanno trasformando in distese di pannelli per la produzione di energie rinnovabili. Quindici finora gli impianti progettati e in parte già realizzati, per un totale di un milione di metri quadrati. La Confagricoltura, che ha studiato attentamente questo fenomeno, sempre più in espansione, ha lanciato l’allarme e ha chiesto alla Regione di bloccare le concessioni fino a quando non ci sarà un preciso regolamento.

GLI IMPIANTI.
A tutt’oggi sono quindici quelli previsti intorno al Fucino. Alcuni già sono stati realizzati, altri sono da terminare e altri ancora aspettano l’approvazione del comitato regionale Via (Valurazione di impatto ambientale). A realizzare gli impianti sono nella maggior parte dei casi i privati, che affittano i terreni direttamente dai proprietari (prezzi che in alcuni casi possono arrivare anche a 2.500-3.000 euro all’ettaro).

Un vero e proprio business che sta crescendo intorno a questo fenomeno è tutto incentrato sul prezzo degli affitti dei terreni e sui finanziamenti statali che si ottengono per l’istallazione degli impianti a energia rinnovabile, che hanno una durata di venti, venticinque anni. La Marsica sta pian piano affermando il suo primato regionale in fatto di energia rinnovabile. Dopo gli impianti eolici di Collarmele, in continua espansione, stanno prendendo sempre più piede anche gli impianti fotovoltaici, che sfruttano l’energia solare per produrre energia elettrica mediante effetto fotovoltaico.

LE LOCALITÀ.
Gli impianti fotovoltaici nella Marsica si stanno espandendo a macchia d’olio. I comuni maggiormente interessati per ora sono Cerchio, con cinque impianti, San Benedetto dei Marsi (quattro), e poi Magliano dei Marsi, Collarmele e Collelongo, dove fino ad ora ce n’è uno. A preoccupare di più sono però gli impianti di Ortucchio e Avezzano, che si trovano in mezzo ai terreni del Fucino. In particolar modo quello che verrà realizzato nel territorio di Avezzano, previsto nella località Pozzone della frazione di Paterno. Secondo il progetto avrà un’estensione di circa sette ettari.

LA PROTESTA.
Il problema più grande per Confagricoltura, che ha denunciato il fenomeno, è che con l’avvento del fotovoltaico nel Fucino venga stravolto completamente il sistema agricolo, danneggiando l’economia. La zona interessata dall’istallazione degli impianti, che equivale a oltre 100 ettari, pari a un milione di metri quadrati, fa parte infatti della macroarea B2 del programma di Siluppo rurale, ovvero è una zona caratterizzata da un modello di agricoltura intensivo.

«Il piano energetico regionale stabilisce gli obiettivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, ma per gli impianti fotovoltaici non fissa i criteri cui attenersi, nè per l’ubicazione, nè per l’occupazione del suolo», ha spiegato Stefano Fabrizi, direttore provinciale di Confagricoltura, «siamo d’accordo sull’installazione degli impianti fotovoltaici sopra i tetti dei fabbricati rurali, sui terreni agricoli marginali e su una piccola parte dell’azienda agricola, come hanno fatto già alcuni agricoltori del Fucino. Siamo invece contrari all’installazione degli impianti su terreni agricoli da sempre dedicati alle colture».

LA RICHIESTA.
Confagricoltura è pronta a battersi contro l’espansione di questi impianti e per questo invierà un documento al presidente della giunta regionale, Gianni Chiodi, al presidente della Commissione agricoltura, Antonio Del Corvo, e agli assessori all’Agricoltura e all’Ambiente, Mauro Febbo e Daniela Stati. Un documento nel quale si chiederà la sospensione dei rilasci delle autorizzazioni dei progetti in esame in attesa di un piano che stabilisca regole chiare.