Il traforo del Gran Sasso

GESTIONE AUTOSTRADE

Chiusura traforo Gran Sasso, sale la tensione

Pezzopane (Pd) contesta la decisione della concessionaria e attacca il governo. Vacca (M5s) rilancia l'ipotesi di revoca, preoccupazione nell'ateneo aquilano  

L'AQUILA. Strada dei Parchi conferma l’intenzione di chiudere il traforo del Gran Sasso, sulla A24, nel tratto fra Assergi e Colledara-San Gabriele, in entrambe le direzioni, dalla mezzanotte del 19 maggio prossimo. Negli stessi giorni, precisamente dal 20 al 30 maggio, la concessionaria della A24 e della A25 annuncia sul suo sito che, per lavori di manutenzione, chiuderà anche lo svincolo di Bussi-Popoli e le rampe di Tornimparte, in entrata verso la A25/Roma e in uscita per chi proviene dall’Aquila-Teramo. La gestione autostradale suscita interventi di fuoco in ambito politico, dopo che la stessa Strada dei Parchi ha presentato venerdì un piano, alla prefettura di Teramo, che prevede l'utilizzo della viabilità ordinaria in alternativa alla chiusura del traforo: in pratica, il transito sulla statale 80 con il Passo delle Capannelle. Il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, parla di “atto irresponsabile”. Strada dei parchi replica che non esiste alcun rischio per i Laboratori nazionali del Gran Sasso dell'Infn, perché viene garantito l'accesso a determinate condizioni, tra cui l'impiego di auto elettriche: “Non può essere considerato, il nostro, un atteggiamento irresponsabile, perché la scelta di chiudere il traforo nasce dalla necessità di evitare ulteriori situazioni pregiudizievoli in sede penale sia per i singoli amministratori sia per la società”. Strada dei parchi rigetta le responsabilità, “perché, come ha confermato il ministero dei Trasporti, l'infrastruttura è proprietà dello Stato e il problema non può essere affrontato e risolto dalla società”. Insomma, il fronte è caldissimo. Il sottosegretario pentastellato ai Beni culturali, Gianluca Vacca, avverte: “Qualora ci fosse una cieca ostinazione del gestore verso la chiusura, chiederò con forza al Mit di valutare se vi siano i requisiti per la revoca immediata della concessione. So che il ministero valuterebbe con molta attenzione questa ipotesi. Ora basta. Non accettiamo”, prosegue Vacca, “la minaccia di Strada dei parchi: chiudere il traforo del Gran Sasso, dal 19 maggio, significherebbe recare un danno gravissimo a un territorio già duramente colpito dai terremoti e isolato dal resto d'Italia. Strada dei Parchi deve ricordare che l'autostrada è pubblica, la società ne ha solo la gestione». Sulla chiusura del traforo esprime “viva preoccupazione” il rettore dell'università dell'Aquila, Paola Inverardi, “per l'enorme disagio che ciò comporterebbe alle migliaia di studenti provenienti dal Teramano, dalle zone costiere abruzzesi e marchigiane che frequentano l'ateneo oltre che al personale docente e agli studenti che operano nelle strutture convenzionate della Asl di Teramo. Pezzopane (Pd) contesta la chiusura del traforo ma attacca il governo, soprattutto i pentastellati: “Da quando Strada dei Parchi ha annunciato la chiusura dell'autostrada del Gran Sasso”, dice Pezzopane, “il ministero dei Trasporti non ha battuto ciglio. Inerzia totale. E il sottosegretario Vacca continua a dire le stesse cose da settimane». Intanto, la procura di Teramo ha aperto un'inchiesta su presunte responsabilità nell'inquinamento delle falde acquifere del Gran Sasso. E La Regione Abruzzo chiede al governo la nomina di un commissario ad acta per le opere, stimate in 172 milioni di euro, necessarie a mettere in sicurezza l'acquifero.