Cna: Abruzzo isolato sui trasporti

Federconsumatori: Trenitalia dimentica la regione, politici assenti

PESCARA. «La Regione razionalizzi il suo sistema di trasporto su gomma e ferrovia, per evitare la marginalizzazione definitiva dell'Abruzzo nel sistema di trasporti nazionale». Lo afferma la Cna abruzzese, l'associazione degli artigiani e delle piccole e medie imprese presieduta da Italo Lupo, che alla luce dei tagli annunciati da Trenitalia sulla direttrice adriatica (con soppressione della maggior parte dei treni della notte), ricorda «di essere stata facile profeta, qualche mese fa, nel denunciare la cancellazione di una vasta area della costa adriatica dai progetti di sviluppo futuro della rete ferroviaria, a cominciare dall'Alta velocità».

«Adesso», osserva la Cna, «non solo viene ipotecato il futuro, ma reso incerto anche il presente: dunque, oltre alla normale azione di pressione che l'intero sistema Abruzzo deve sostenere nei confronti dell'azienda di trasporto, per il ripristino almeno di una parte dei treni soppressi, occorre con urgenza immaginare un percorso che aiuti il nostro territorio a non restare isolato». Secondo la Cna, «la soluzione potrebbe essere quella di razionalizzare l'intero comparto del trasporto pubblico di cui la Regione è azionista unico o socio di riferimento: Occorre dunque procedere senza indugio all'accorpamento delle sigle presenti sul territorio (Arpa, Gtm, Sangritana), ma anche immaginare una integrazione con il trasporto su rotaia. Se una azienda come la Sangritana si dice da mesi pronta ad attivare una serie di collegamenti con il nord Italia, e in particolare con la piazza strategica di Bologna, può essere questa l'occasione giusta per arrivare a un riassetto globale del trasporto pubblico regionale».

«Oltretutto», conclude la Cna, «il fatto che un'ampia fetta della costa adriatica - da Rimini al Molise almeno - sia stata tagliata fuori dai piani futuri dell'Alta velocità, permette forse di individuare un bacino di mercato redditizio per i nostri mezzi al di fuori dei nostri confini». Una protesta sui nuovi orari partiti, domenica, è giunta da Federconsumatori. «Spesso i media, i politici, le istituzioni e anche semplici cittadini lamentano la mancanza dell'Alta velocità ferroviaria sulla direttrice adriatica, ma non è questione di alta velocità, è questione di buon senso. E Trenitalia mostra di non averne moltissimo irridendo le popolazioni residenti lungo la direttrice Adriatic», dice Tino Di Cicco, segretario regionale dell'associazione dei consumatori. «Ma tocca a quelle popolazioni, e soprattutto ai loro referenti politico-istituzionali contrastare il dileggio di Trenitalia. Con l'orario in vigore dall'11 dicembre Trenitalia (ma in molti già la chiamano Frenitalia) ha deciso di chiamare Intercity un treno che parte da Pescara alle ore 6.48 per arrivare a Bologna alle ore 11.39: quattro ore e cinquanta minuti di percorrenza. La velocità (si fa per dire) commerciale di questo presunto Intercity è di 72 chilometri all'ora».

«Trenitalia, conclude Federconsumatori, «può fare quello che vuole perché le nostre forze politiche e istituzionali glielo lasciano fare. Altrove è diverso».

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