l’aquila e celestino V

Collemaggio ancora chiusa Il restauro è fermo al palo

L’AQUILA. Chissà se il Giubileo straordinario della misericordia di Dio indetto da Papa Francesco farà il...miracolo di far partire i lavori nella basilica di Santa Maria di Collemaggio tuttora fermi....

L’AQUILA. Chissà se il Giubileo straordinario della misericordia di Dio indetto da Papa Francesco farà il...miracolo di far partire i lavori nella basilica di Santa Maria di Collemaggio tuttora fermi. Lavori presentati a settembre dell’anno scorso e che sarebbero dovuti partire per consentire l’utilizzo di almeno metà basilica per la Perdonanza 2015 e la restituzione complessiva del tempio per agosto 2016. La basilica fu voluta da Pietro da Morrone, che vi fu incoronato Papa il 29 agosto 1294, il primo fuori Roma, col nome di Celestino V e donò agli aquilani e al mondo il primo Giubileo della storia (quello di Bonifacio VIII arrivò nel 1300). Le opere saranno finanziate dall’Eni con 12 milioni (e altri 2 per il Parco del Sole attiguo al complesso monumentale), ma a quanto pare – nonostante la disponibilità di fondi dello sponsor privato – la fase di individuazione delle imprese che dovranno curare i restauri d’intesa con la Soprintendenza non si è ancora conclusa.

Immaginare, oggi, una ricaduta in termini di turismo, dal Giubileo romano, per una basilica ancora chiusa e una città da rimettere in piedi è forse un’utopia. La chiesa-simbolo del romanico abruzzese ogni anno schiude le sue porte tra il 28 e il 29 agosto per la festa del Perdono che dona l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli «veramente pentiti e confessati». In occasione del Giubileo del 2000 la Porta Santa venne sottoposta a restauri che impedirono danni peggiori alla furia del sisma 2009. Il 28 aprile 2009 il Papa Benedetto XVI, visitando la città appena devastata dal terremoto, lasciò il suo Pallio sulla teca delle spoglie di Celestino V, gesto anticipatore delle dimissioni del febbraio 2013. Prima di lui, anche Giovanni Paolo II visitò Collemaggio. Al pontefice santo, in ricordo delle tante visite private sul Gran Sasso, è stato dedicato il santuario rupestre di San Pietro della Jenca. Ora si aspetta il Giubileo. E la visita di Papa Francesco.©RIPRODUZIONE RISERVATA