"Con i tagli dipendenti alle Asl"Cgil: la Regione risparmia la metà se riassume il personale

"Chiediamo alla Regione scelte coraggiose e risolutive per la crisi Villa Pini". E’ la premessa che Angela Scottu, segretaria regionale responsabile sanità della Cgil, fa per rilanciare una ipotesi: "Con i tagli fatti dalla Regione a Villa Pini, dovuti al disaccreditamento delle strutture, è possibile riassumere i dipendenti nelle Asl, risparmiando diversi milioni di euro"

PESCARA. «Chiediamo alla Regione scelte coraggiose e risolutive per la crisi Villa Pini e per il risanamento della sanità abruzzese: il Piano di rientro può e deve essere rinegoziato». E’ la premessa che Angela Scottu segretaria regionale responsabile sanità della Cgil per spiegare come malgrado il deficit e i tagli la Regione possa anche risparmiare sull’assisteenza psichiatrica. «I 16 milioni annui di spesa sostenuti dalla Regione per le strutture di riabilitazione psichiatrica del Gruppo Angelini possono e devono essere riconvertiti», propone la Cgil, «per assicurare l’appropriatezza dell’assistenza e per riassorbire il personale nel sistema pubblico». A conti fatti secondo la Scottu che cita l’assessore alla sanità, Lanfranco Venturoni, i dipedenti della riabilitazione possono essere ricollocati spendendo la metà. «Come affermato da Venturoni», dice l’esponente della Cgil, «sono sufficienti 8 milioni annui per la ricollocazione degli operatori psichiatrici». Più in generale per il sindacato «l’impegno assunto dai vertici istituzionali di Regione e Asl con la Commissione d’inchiesta parlamentare venga rispettato fino in fondo». «La dottoressa Baraldi, sub commissario regionale alla sanità», ricorda Angela Scottu, «ha dato il suo assenso ad una negoziazione della Regione con il Ministero per riassorbire il personale del gruppo Villa Pini all’interno del servizio sanitario regionale, verificando i risparmi che la Regione conseguirebbe con il disaccreditamento del Gruppo Villa Pini: almeno 60 milioni di euro. I risparmi ci sono, a cominciare da quelli derivanti dal disaccreditamento per l’assistenza psichiatrica». «Sarebbe un’indecenza morale», conclude la Cgil, «se fossero i lavoratori a pagare le conseguenze della crisi del Gruppo Villa Pini. Un imprenditore facilitato in molti, troppi casi dall’incapacità delle istituzioni, giunta regionale in primis ad applicare leggi e normative con rigore e tempestività, nell’interesse dei lavoratori, dei pazienti e dei cittadini».