«Così ho invaso il campo per Cassano»

Parla il giovane che ha dribblato gli steward: «Un’azione decisa a tavolino»

PESCARA. «Sono passato fra Zambrotta e Chiellini e quando mi sono avvicinato a Cannavaro gli ho urlato: “Grande Fabio”, e lui mi ha risposto: “Guagliò sì pazzo, adesso facci giocare”». Parla Mario Ferri, il tifoso Superman che ha invaso il campo durante Italia-Olanda in nome di Cassano. Un’azione decisa a tavolino: «Un piano alla Diabolik. Fantantonio? Mi deve pagare un pegno».

Mario Ferri
, 22 anni di Montesilvano, detto il Falco, professione rappresentante di commercio per un energy drink ispirato al sesso, da ieri difensore in Prima categoria nell’Elicese. È lui il tifoso con un messaggio per Lippi: «Cassano in Nazionale». «Io ho messo in pratica quello che dice tutta l’Italia ma l’ho fatto in modo plateale. Senza fantasia, non c’è calcio».

Dopo il gesto teatrale, il popolo del web lo incorona a «genio» dell’anno: «Chiunque tu sia... un grande», così dice il commento lasciato su Youtube insieme al video della scorribanda tra i giganti del calcio. Eccolo il Falco che corre sul prato dell’Adriatico sfuggendo alla marcatura degli steward, libero, indisturbato. Un minuto dopo, l’sms della fidanzata: «Non ci posso credere. L’hai fatto davvero». Da quell’istante, la sua pagina su Facebook è esplosa.

L’invasore pacifico ripercorre la sua azione secondo per secondo: «A Lippi ho gridato: “Convocalo”. È vero che in quel momento si stava togliendo gli occhiali però mi ha visto». Ferri rivela che l’invasione di Italia-Olanda non è la prima della sua vita: il debutto è stato in un Pescara-Sambenedettese di tre anni fa con il gesto dell’ombrello rivolto alla tifoseria avversaria. «Invasioni pacifiche. Non sono un delinquente», assicura. Ma la sua giustificazione da bravo ragazzo - uno che ha difeso anche un ragazzino da tre bulli il 14 maggio del 2008 - non frena la polizia che l’ha denunciato per il reato di invasione di campo in occasione di attività sportiva. Dopo la goliardata in nome di Fantantonio di Bari, Ferri rischia un provvedimento di Daspo con la possibilità di salutare lo stadio per anni: «Ma non mi spaventa», dice lui.

Ma come si fa un’invasione? Basta progettarla a tavolino: «Un piano alla Diabolik. L’invasione l’ho programmata in anticipo ed è andata bene», spiega Ferri, «grazie a un amico temporaneamente in carrozzina per un incidente in moto: l’ho accompagnato e mi sono trovato a bordo campo con lui. Avevo promesso agli amici di entrare al ventesimo minuto ma poi non ce l’ho più fatta e al quinto minuto, quando la palla è uscita mi sono lanciato fra una telecamera della Rai e uno steward che però si era girato».

Con un guizzo, Ferri è sfuggito al servizio d’ordine, ha dribblato Zambrotta e Chiellini ed è arrivato a centrocampo: è uscito dal campo con il sorriso, incitando il pubblico ad applaudire.

Se diverte l’Italia, l’invasione mette in imbarazzo il servizio d’ordine dell’Adriatico e manda su tutte le furie il presidente Figc Gianfranco Abete: «L’invasione del tifoso pro Cassano? Mi ha infastidito lo scenario in cui si palesava la manifestazione del singolo, che ci penalizza come immagine internazionale, e poi il fatto che nessuno sia intervenuto per allontanarlo in fretta dal campo».

L’eroe Ferri, invece, dichiara il suo amore calcistico a Cassano: «È vero che la Nazionale è il gruppo ma manca la fantasia. Giuseppe Rossi è bravissimo ma non è ancora un trascinatore, ci vuole Cassano».