D’Agostino: basta col vendere fumo

Per il presidente «bisogna sviluppare progetti di cooperazione concreti»

TERAMO. Il giorno dopo il convegno, sentendo Chiodi ribadire la proposta di fusione Teramo-Ascoli, Ernino D’Agostino sbotta: «Voglio dire che sarebbe ora di smetterla di vendere fumo. Noi della Provincia di Teramo l’integrazione con Ascoli la stiamo facendo con i progetti, le risorse, le cose fisiche, vedi le strade. Le chiacchiere e le fantasie lasciamole perdere, la cooperazione con i nostri vicini marchigiani portiamola avanti in modo concreto». Per il presidente della Provincia di Teramo, insomma, «non è certamente all’ordine del giorno l’ipotesi di una fusione tra due Province che appartengono a Regioni diverse, perché il processo implicherebbe una complessa revisione degli assetti istituzionali. Io nel convegno ho insistito invece sulla necessità di consolidare e rafforzare i progetti di cooperazione: il sistema infrastrutturale, le grandi politiche ambientali, l’integrazione del sistema produttivo ma anche di quello formativo. Al riguardo, ho molto apprezzato la proposta del docente Everardo Minardi : un unico distretto di formazione interprovinciale, in modo anche da valorizzare il nostro ateneo». D’Agostino ricorda poi che con Ascoli c’è già «un protocollo d’intesa firmato sulla viabilità», sul quale «sarebbe il caso di insistere», e «altri progetti comuni già avviati. Un’ipotesi istituzionale di fusione è un’altra cosa». Eppure, c’è chi sembra disposto a seguire Chiodi sulla strada della provincia unica. Nicola Di Giovannantonio , direttore della Confindustria di Teramo, sul dibattito all’università, al quale era presente, dice: «È venuta fuori la stessa proposta di collaborazione già sancita nel 2006 in un convegno promosso da noi di Confindustria a Colli del Tronto. Allora venne siglato un protocollo d’intenti tra le amministrazioni comunali e provinciali sulla viabilità. Ma, al di là della viabilità, la proposta intelligente l’ha fatta il sindaco di Teramo. Chiaramente a medio-lunga scadenza, bisogna valutare l’istituzione di un’unica Provincia. Il territorio di Ascoli è stato ridimensionato dall’istituzione della Provincia di Fermo, Teramo come territorio vive mille vicissitudini e non ha più dimensioni accettabili. Unendole, anche perché ci sono evidenti affinità, il vantaggio potrebbe essere enorme. Su questo bisogna lavorare. Se ci fosse una volontà politica, l’idea non è da buttare via. Noi come industriali, sia a Teramo che ad Ascoli, la appoggeremmo. Sarebbe il primo caso in Italia: tutti si stanno separando e questo invece sarebbe un segnale forte verso la riduzione dei costi della politica». (d.v.)