L’INIZIATIVA

Oggi gratis con il Centro: piatti e tradizione della nostra ceramica / VIDEO

Arte e cucina. La raccolta contiene foto e ricette dell’epoca.Tre uscite settimanali (lunedì, mercoledì e venerdì)

PESCARA. Dal 17 dicembre, i lettori del Centro, in abbinamento al quotidiano, trovano in edicola i fascicoli sui piatti tradizionali della ceramica abruzzese. Il piano prevede tre uscite settimanali (lunedì, mercoledì e venerdì), per un totale di venti fascicoli. La collezione contiene immagini di piatti decorati a mano appartenenti alla collezione di Gianni Brandozzi, collezionista e appassionato d’arte, dei secoli ‘600, ‘800 e ‘900 (opera realizzata con la collaborazione dell’azienda Humangest). Questi piatti decorati sono dei veri e propri capolavori e alcuni di essi hanno anche una storia molto particolare, che sarà raccontata di volta in volta, insieme alla descrizione di preparati dolci e salati tipici della nostra regione, come la zuppa di ceci e castagne, il timballo di scrippelle, e i bocconotti di Montorio, dolce del XVII secolo. Per la descrizione delle pietanze, invece, è stata preziosa la collaborazione del gastronomo Raffaele Grilli.

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Arte e cucina: la nuova collezione del Centro
La Tradizione Abruzzese dei piatti in ceramica: da lunedì 17 dicembre, 20 fascicoli in regalo su tre uscite settimanali per i lettori del giornale

«La ceramica popolare mi ha affascinato dagli Anni ’80», rivela Brandozzi, «poi conoscendo un po’ di antropologia è diventato Amore, capire il significato dei decori, in funzione degli auspici che la nonna faceva alla famiglia che riceveva il dono mi ha colpito. Quanta saggezza popolare era contenuta nel dono!». Brandozzi non ricorda qual è stato il primo piatto entrato in collezione, «ma quelli di Castelli con le scritte e i bordi decorati a spugnetta, sono i preferiti». Ogni piatto, naturalmente, ha una storia.Può raccontare la storia di un suo piatto da collezione, ad esempio quello in ricordo a San Gabriele o quello intitolato I Bevitori, del pittore Mario Riga? «Il piatto istoriato con i bevitori di Velasquez me lo portarono al mercatino di Ascoli, da Arezzo. Rimasi colpito dalla maestria del pittore Mario Riga (nativo di Teramo, studiò a Castelli Ceramica). Adottato dalla famiglia Celli fino al 1931, poi trasferito ad Ascoli alle Maioliche Ascolane, e alla Fama, dove realizzò opere importanti e di qualità oggi conservate nei musei cittadini e in collezioni private». Raffaele Grilli ha sempre avuto la passione della gastronomia, ma nel 1988 l’incontro con l’avvocato Masi (responsabile abruzzese di Slow Food) «mi apre un orizzonte completamente nuovo, su una gastronomia espressione della storia di un territorio. Ho organizzato insieme a lui la Grande Panarda Abruzzese al Salone del gusto di Torino del 1988 e 2000 con una maniacale attenzione alle piccole cose che messe insieme fanno la raffinatezza del piatto».

C’è un piatto della tradizione abruzzese al quale Grilli è particolarmente legato. «Le scrippelle mbusse è il piatto che può essere definito il simbolo della raffinatezza per la capacità di raggiungere una liricità dell’equilibrio dei profumi e dei sapori del piatto».

In cosa la cucina abruzzese si distingue dalle altre cucine tradizionali? «La cucina abruzzese raggiunge alti livelli attraverso la storia delle donne della terra d’Abruzzo, regione di pastori, che con la loro inventiva riuscivano a realizzare grandi piatti con le materie prime che il territorio offriva, con la loro fantasia della povertà».

Un ricordo legato a un piatto? «Il piatto che mi suscita una straordinaria emozione è l’agnello o capretto cac’e ove per l’equilibrio degli ingredienti e capacità di farci sognare per il contrasto del grasso delicato dell’agnello, la concretezza dell’uovo e la liricità di un pecorino grattugiato, ma estremamente delicato».

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