le tappe

Da vent’anni in attesa tra proposte e promesse

PESCARA. Tutto cominciò con i giudici di pace nel 1995 demandati ai reati minori: dai furti alle minacce, dalle lesioni alle occupazioni abusive. Nel 1998, in occasione della cancellazione delle...

PESCARA. Tutto cominciò con i giudici di pace nel 1995 demandati ai reati minori: dai furti alle minacce, dalle lesioni alle occupazioni abusive. Nel 1998, in occasione della cancellazione delle preture, viene istituita la figura del giudice monocratico di tribunale e parallelamente nell’ufficio della procura il vice procuratore onorario. Con gli anni le competenze si ampliano, sia nel penale sia nel civile, e i magistrati onorari (avvocati scelti per titoli) colmano sempre di più le carenze di organico della magistratura ordinaria. Inizialmente un contratto di tre anni e poi di proroga in proroga fino ad arrivare ad oggi. Scrive L’Eurispes nel rapporto Italia del 2017: «La disciplina all’origine era stata concepita come transitoria in quanto i magistrati onorari avrebbero dovuto svolgere l’incarico per un periodo limitato di tre anni, eventualmente prorogabile una sola volta per altri tre, il tutto in previsione di una riforma organica della magistratura onoraria». Ma così non è e quella dei magistrari onorari diventa un’altra categoria di precari chiamati a svolgere funzioni delicate senza avere, con la scusa della provvisorietà, il minimo del minimo tra previdenza,ferie e assistenza sanitaria. Nel 2008 i magistrati onorari vengono prorogati ancora una volta anche se, ricordano le cronache del tempo, allora si disse non oltre il 31 dicembre del 2009. Ma così, evidentemente, non è stato. Il termine è stato scavalcato e si è arrivati all’aprile del 2016 con una legge delega per la disciplina. Fino alla riforma del ministro di giustizia Andrea Orlando. Ora è un decreto attuativo che prevede, tra le altre cose, l’eliminazione del sistema delle indennità e una indennità complessiva di 500 euro al mese con una riapertura dei concorsi. Per i magistrati onorari «un passo indietro nella giustizia italiana»(d.p.)
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