Il ministro Costa nel sopralluogo sulla discarica di Bussi del 23 gennaio scorso

ROMA

Discarica Bussi, ministero e Regione chiedono 1,5 miliardi a Edison

"Chi inquina paga": avviata la causa civile per il risarcimento del danno ambientale e, per quanto riguarda l'ente locale, anche del danno all'immagine e per il ripristino dello stato dei luoghi. La replica del gruppo energetico: "Richiesta infondata"

ROMA. Il ministero dell'Ambiente e la Regione Abruzzo citano in giudizio Edison Spa ed alcuni imputati del processo penale relativo ai fatti di disastro ambientale e di avvelenamento delle acque nel territorio di Bussi sul Tirino. Secondo i due enti, gli esiti del processo penale sulla maxi discarica di Bussi sebbene non abbiano consentito l'applicazione della pena agli imputati riconosciuti autori dei delitti per cui si procedeva, fondano l'instaurata azione civile, poiché sono stati riconosciuti come avvenuti sia il disastro ambientale sia l'avvelenamento delle acque.

«Ministero dell'Ambiente e Regione Abruzzo hanno quindi avviato una causa risarcitoria per ottenere il ristoro del danno ambientale - prosegue la nota - e, per quanto riguarda la Regione Abruzzo, anche del danno all'immagine, oltre che il ripristino dello stato dei luoghi. La domanda formulata nell'interesse del ministero dell'Ambiente è quantificata in oltre un miliardo di euro, mentre quella nell'interesse della Regione Abruzzo in oltre mezzo miliardo di euro. Ministero dell'Ambiente e Regione chiedono a Edison Spa di provvedere alla bonifica integrale delle aree di Bussi e della Val Pescara».

«Chi inquina paga -, dice il ministro dell'Ambiente Sergio Costa -. Nel passato l'intero territorio della val Pescara è stato avvelenato, mettendo a rischio la salute di circa 400 mila persone. Lo Stato non può rassegnarsi a una sentenza penale che ha lasciato un senso di ingiustizia, e questi territori senza il dovuto intervento di bonifica». «La Regione Abruzzo reagisce con forza per tutelare il futuro degli abitanti della zona della Val Pescara e di tutti coloro che vorranno visitare le bellezze naturalistiche della nostra regione - dichiara il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio -. Il giudizio penale ha acclarato precise responsabilità ed è giusto e necessario che si provveda alla bonifica delle aree interessate».

«Una causa del genere è destinata a fare storia, ha pochi precedenti: lo Stato intende fare rispettare un principio comunitario, "chi inquina paga", evitando di far pagare il costo del danno ambientale alla collettività, ai cittadini», commenta  Cristina Gerardis, avvocato dello Stato nella vicenda giudiziaria sulla mega discarica dei veleni della Montedison di Bussi sul Tirino e direttore generale della Regione Abruzzo dal 2015 al 2017, subito dopo la prima sentenza della Corte d'Assise di Chieti: «La sostanziale unicità di questo procedimento risiede nella sua complessità e nella rilevanza del disastro ambientale, già emerso nel processo penale conclusosi, in un territorio verde d'Italia, in una zona ricca di acqua e aree protette. Il tribunale ora dispone di tutti gli elementi per dare attuazione a quel principio e gli abruzzesi, e non solo, possono guardare con fiducia al futuro di Bussi». 

Edison ritiene «infondata» la richiesta di risarcimento dei danni e ricorda che «ci sono altri soggetti responsabili della bonifica, privati e pubblici, e auspica che tutti facciano la loro parte». Edison si dice «pronta a onorare i propri obblighi e a affrontare, come avvenuto in passato, con serenità e serietà l'iniziativa del ministero dell'Ambiente, rispetto alla quale non mancherà di intraprendere tutte le possibilità di difesa a propria tutela». Il gruppo ritiene che «la valorizzazione economica del danno indicata nella richiesta del Ministero sia basata su stime e parametri infondati e su elementi errati e non accertati». Il gruppo sottolinea inoltre che «il ministero richiede attività di bonifica solo a Edison, che è peraltro l'unico soggetto a essersi fatto carico - anche economicamente - delle azioni di ripristino del territorio. La società ha già avviato - viene spiegato nella nota - le attività propedeutiche alla bonifica che si è impegnata a portare a termine, come da progetto presentato al ministero dell'Ambiente nel 2018 e progressivamente integrato accogliendo le richieste di tutti gli enti competenti».