Discarica dei veleni, processo rinviato per sciopero. Ma non c'è prescrizione

Ultimo atto in Cassazione, alcuni legali delle difese e delle parti civili aderiscono allo stop. Udienza da rifissare, ma i tempi sono comunque salvi

PESCARA. È stato rinviato a data da destinarsi il processo per l'inquinamento di Bussi sul Tirino (Pescara), previsto questa mattina in Cassazione dopo il ricorso degli imputati condannati in secondo grado dalla Corte d'Appello dell'Aquila. Il rinvio è scattato per l'adesione allo sciopero di alcuni dei legali delle difese e degli avvocati di parte civile. La data della nuova udienza sarà comunicata successivamente. La prescrizione dovrebbe comunque essere evitata. Perchè i tempi s'interrompono  con l'adesione  allo sciopero. La nuova udienza potrebbe essere convocata tra due mesi, la prescrizione di un mese scatta sempre da quella data.

 Il processo in Cassazione  riguarda 10 imputati, sui 19 iniziali, condannati in secondo grado, per disastro colposo. Gli altri imputati, per fatti ancora più lontani nel tempo, hanno già usufruito della prescrizione. Questa è la sintesi della sentenza della Corte di Assise di appello dell’Aquila che aveva riformato il verdetto di primo grado cancellando le assoluzioni a carico di una parte dei 19 ex manager e consulenti di Montedison finiti nei guai per aver, a vario titolo, concorso nella realizzazione della discarica dei veleni. Una sentenza che prevedeva anche una consistente provvisionale di quasi 4 milioni di euro, già corrisposta alle parti civili. In secondo grado i giudici hanno condannato a tre anni di reclusione gli ex dirigenti dello stabilimento Maurilio Aguggia, Carlo Cogliati, Leonardo Capogrosso e Salvatore Boncoraglio; due anni sono stati inflitti a Nicola Sabatini, Domenico Angelo Alleva, Nazzareno Santini, Luigi Guarracino, Carlo Vassallo e Giancarlo Morelli. Ma le pene, visto che si tratta di fatti precedenti al 2006, sono state tutte condonate in quanto coperte da indulto.

Le vere partite, tutte  aperte, sono quelle della bonifica a carico della Edison e del risarcimento civile del danno, un processo, quest'ultimo, che a differenza di ciò che si pensa spinge le difese a volere celebrare l'udienza in Cassazione per puntare all'annullamento della sentenza di secondo grado e quindi escludere da subito ogni tipo di ristoro milionario. In altre parole, a tifare per la non prescrizione sono gli avvocati di Edison. Nonostante ciò gli interventi degli ambientalisti giunti ieri in redazione puntano tutti sul pericolo prescrizione tombale da scongiurare.