Domenici libero, i giudici prendono tempo

Prima udienza di Riesame all’Aquila. E la talpa chiede di essere interrogata
 

PESCARA. Gli arrestati vogliono tornare liberi, la presunta talpa vuol farsi interrogare. La discussione, ieri, del ricorso presentato da Vito Domenici attraverso l’avvocato Francesco Carli, apre una settimana calda dell’inchiesta su sanità e tangenti. L’indagine va avanti anche sul fronte della fuga di notizie sugli arresti del 14 luglio.

ALL’AQUILA. I pm pescaresi Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio hanno fatto la prima di una lunga serie di trasferte all’Aquila per i 25 minuti di udienza di fronte al tribunale del Riesame. Alle 9,45, terminate le prime udienze, il collegio presieduto da Giansaverio Cappa e composto dai giudici Giuseppe Romano Gargarella e Carla Ciofani ha fatto entrare i pm e l’avvocato Francesco Carli per una camera di consiglio durata fino alle 10,10. I giudici, che si sono riservati la decisione sulla libertà a Domenici (ai domiciliari) potrebbero depositare l’esito nella giornata di oggi.

L’avvocato Carli ha parlato, riguardo al suo assistito, di «esigenze cautelari già deboli in partenza e ora decisamente affievolite. In ogni caso si tratta di un processo serio visto che vi è un’enorme quantità di accertamenti e di attività svolte. Tuttavia sono intervenute delle circostanze nuove, successive agli arresti, che fanno venire meno le già labili convinzioni assunte dalla procura e condivise dal gip». Il riferimento è alle dimissioni dei principali protagonisti della vicenda. L’avvocato ha dichiarato di non essere a conoscenza dell’esito dell’udienza discussa ieri.

Il tribunale del Riesame, nei prossimi giorni, affronterà le istanze degli altri arrestati tra i quali Del Turco, Quarta, Masciarelli, Bucciarelli, Conga e Zelli. Boschetti, attraverso l’avvocato Giovanni Cerella, ha presentato il ricorso sia al gip sia al tribunale del Riesame per ottenere gli arresti domiciliari. I pm hanno già espresso parere negativo alla scarcerazione dell’ex assessore alle Attività produttive che ha deciso di farsi interrogare una seconda volta per chiarire la sua posizione. Il gip, finora, ha negato la libertà a tutti gli indagati.

CORDONE DA TRIFUOGGI. Intanto ieri, al quinto piano della Procura, l’attività è proseguita senza sosta. Alle 12,45, nell’ufficio del procuratore capo Nicola Trifuoggi, sono entrati l’ex manager dell’Asl di Pescara Angelo Cordone e il penalista aquilano Stefano Rossi. L’incontro è durato 15 minuti. All’uscita, Cordone e Rossi hanno parlato di una «visita di cortesia». Tuttavia, l’ex manager dell’Asl pescarese, proprio per il ruolo ricoperto, è un profondo conoscitore della realtà sanitaria abruzzese quindi anche delle vicende oggetto dell’indagine.

LA TALPA. Giovanna Calignano, medico, segretario della Dca di Chieti ed ex assessore della giunta Buracchio, che per la Procura sarebbe la talpa che potrebbe aver soffiato in anteprima ad Angelo Bucciarelli la notizia degli arresti, è pronta a farsi interrogare. Ieri ha manifestato questa volontà nominando l’avvocato Remo Di Martino come difensore di fiducia. Pur non essendo indagata, come conferma il suo legale, la Calignano vuole incontrare i pm per chiarire la sua posizione. L’avvocato, ieri mattina, ne ha parlato con Trifuoggi.

L’interrogatorio potrebbe esserci domani. La voce della donna si sente nell’intercettazione-chiave del 9 luglio, cinque giorni prima del blitz che ha decapitato la giunta regionale: «Se l’è cantata tutta. Hanno chiuso il cerchio. Ci sono il vecchio e il nuovo», cioè Pace e Del Turco. «Turc e l’altro», e qui il riferimento sarebbe a Lamberto Quarta. La procura, in questo caso, procede per i reati di favoreggiamento personale e rivelazione di segreto d’ufficio.

IL FACCIA A FACCIA. A tempo di record i finanzieri hanno concluso ieri le notifiche per il faccia a faccia (che per il codice di procedura penale si chiama incidente probatorio) tra il grande accusatore Enzo Angelini e gli arrestati. Il re delle cliniche private ribadisce, attraverso il suo avvocato Sabatino Ciprietti, che non si opporrà al confronto e che è pronto a ripetere le affermazioni che hanno incastrato Del Turco e gli altri.

I pm, stretti da un lato dall’inchiesta e dall’altro dalle udienze di Riesame, vogliono accelerare i tempi. La fissazione dell’udienza davanti al gip Maria Michela Di Fine potrebbe arrivare entro Ferragosto. Fino a domani gli avvocati possono presentare altre domande da porre al grande accusatore che vedrà faccia a faccia, nella stessa aula, le persone contro le quali ha puntato il dito e che ha fatto arrestare proprio con le sue dichiarazioni. L’esame dell’indagato sui fatti concernenti le responsabilità di altri, considerata la particolare complessità del caso e l’alto numero di arrestati e di indagati, potrebbe anche non esaurirsi in un’unica udienza.