EFFETTO GENOVA IN ABRUZZO

Ecco il pilastro più malridotto dell’A24 

Le foto choc scattate ad Assergi. Nuovo Senso Civico va in procura. Strada dei Parchi ribatte: fatto tutto il possibile

PESCARA . Le immagini sono eloquenti, e non lasciano spazio a dubbi o interpretazioni. Le condizioni nelle quali versano i piloni del viadotto di Assergi della A24 sono a dir poco inquietanti, per non dire di peggio. I “ferri” sono scoperti in più punti, probabilmente a causa degli eventi atmosferici, considerando che il viadotto si trova in una zona nella quale d’inverno è facile arrivare a diversi grado sotto lo zero.

leggi anche: Augusto De Sanctis, portavoce del Forum H20 Forum H20: «Chiarezza su manutenzione e termini della concessione» Secondo l'ambientalista Augusto Del Sanctis, sullo stato delle Autostrade A24 e A25, «ci sono molti aspetti da approfondire»

A inviarle in redazione è stato un lettore originario della zona, che le ha scattate il 21 agosto sotto il viadotto dopo l’uscita del traforo del Gran Sasso, in direzione L’Aquila. «Sono anni», dice, «che durante le mie escursioni osservo quei piloni, e ho notato che da molto tempo si trovano in quelle condizioni, ma ultimamente sono peggiorati». Chiunque sia passato su quel tratto conosce bene l’altezza del viadotto, sorretto da quei piloni in cemento armato la cui componente metallica, però, come si nota sempre nelle foto, è decisamente arrugginita, segno dell’ossidazione che aggredisce il ferro esposto alle intemperie e all’umidità.
Intanto l’associazione Nuovo senso civico ha presentato un esposto alle nove Procure della Repubblica competenti sui territori percorsi dal tracciato, sulle condizioni generali dei viadotti della autostrade A24/A25 .

I piloni del viadotto di Assergi: foto scattate martedì scorso da un lettore del Centro

L’esposto è stato inviato anche al Ministero delle infrastrutture, alle Regioni, e alla Corte dei conti. Nell'esposto, dopo aver ricordato che le segnalazioni apparse sulla stampa denotano «fenomeni di disfacimento del copriferro, grave ossidazione dei ferri nonché distacco di calcestruzzo» si chiede di verificare lo stato delle opere e se siano «stati effettuati gli interventi di manutenzione ordinaria in capo al concessionario. Tutto ciò tenendo conto che il numero di controlli effettuato dal Mit è a nostro avviso molto basso: nel 2013 addirittura non vi furono controlli». Nuovo senso civico chiede anche di accertare se «un eventuale difetto di manutenzione ordinaria abbia in qualche modo originato una condizione attuale di insicurezza», e «se l'eventuale difetto di manutenzione ordinaria abbia in qualche modo generato un ammaloramento tale da rendere necessari lavori di tipo straordinario».
Non si è fatta attendere la replica della società Strada dei Parchi, che gestisce la A24 e la A25. «Sulle manutenzioni e il rispetto dei piani concordati con il Ministero Infrastrutture e Trasporti, negli ultimi dieci anni, Strada dei Parchi ha investito qualcosa come 208 milioni di risorse proprie. Andando ben oltre gli impegni sottoscritti con il Ministero, tanto che leggendo i dati consuntivi di tutte le concessionarie pubblicati proprio sul sito del Mit», assicura, «emerge che la concessionaria di A24 e A25, nel periodo 2009 2016, ha investito circa 11 milioni di euro in più rispetto a quanto concordato con il Ministero. A questa somma si aggiunge l'imponente lavoro fatto tra la primavera del 2017 e luglio 2018 per mettere in atto il primo intervento del Piano di messa in sicurezza urgente. Si è intervenuti su circa duemila pile che sostengono i viadotti», afferma la società, «con strutture in acciaio così da impedire il cosiddetto fenomeno di scalinamento in caso di sisma». L'investimento, ricorda, «ha sfiorato i 170 milioni, risorse anticipate per oltre due terzi dell'importo da parte della Concessionaria. Strada dei Parchi attende ora di poter proseguire con la seconda fase di messa in sicurezza urgente. Come noto i progetti sono stati approvati in linea tecnica dai competenti Provveditorati di Abruzzo e Lazio, per dare avvio ai cantieri si è in attesa della rimodulazione delle risorse stanziate per legge, ma solo a partire dal 2022».

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