Ecoreati, Abruzzo al top per numero di aziende coinvolte

Legambiente: Campania al primo posto per reati contestati, Sardegna per numero di denunciati, Puglia per gli arrestati. Il caso degli scarichi industriali a Chieti

ROMA. L'Ambiente aggredito dall'illegalità, con almeno un reato e mezzo al giorno nel 2016: sono stati in totale 574 gli illeciti sanzionati, di cui 173 hanno riguardato i nuovi delitti (30% del totale) previsti dalla legge sugli Ecoreati, approvata il 19 maggio 2015. Un provvedimento che ha consentito anche di denunciare 971 persone e 43 aziende, di sottoporre a sequestro 133 beni per un valore di circa 15 milioni di euro e di far emettere 18 ordinanze di custodia cautelare grazie all'attività di contrasto da parte delle forze di polizia. È stata Legambiente a fare il punto con un dossier con numeri e storie di una legge «che funziona». La Campania è la prima regione per il numero (70) di ecoreati contestati, la Sardegna ha il maggior numero di denunciati (126), in Abruzzo il numero più alto di aziende coinvolte (16), mentre il maggior numero di arresti è stato compiuto in Puglia (14) e il numero più alto di sequestri è stato in Calabria (43)

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. I nuovi eco-delitti hanno riguardato 143 casi di inquinamento ambientale, 13 di disastro ambientale, 6 di impedimento di controllo, 5 i delitti colposi contro l'ambiente, 3 di omessa bonifica, 3 i casi di aggravanti per morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale. Solo per qualche esempio: dalla pesca illegale a Taranto agli scarichi industriali non trattati a Chieti fino all'estrazione abusiva di inerti dalle cave o dai fiumi. È salito a 2,2 milioni di euro (da 491mila del 2015) il gettito economico dalle prescrizioni delle Agenzie regionali per la protezione ambientale. Una legge, «spartiacque importantissimo», ha rilevato il presidente del Senato Pietro Grasso, che dà «strumenti più idonei per punire reati gravissimi che incidono sulla tutela del nostro territorio e della nostra salute». «Fu approvata quasi all'unanimità», ricorda il ministro della Giustizia Andrea Orlando, nonostante questa legge avesse «grandi interessi contro, grazie all'unità». E un ringraziamento è andato al «M5S, anche se purtroppo, dopo, l'apporto determinante l'hanno esercitato poco». La politica ha riconosciuto un riformismo salito dal basso« e sembra abbia »inferto più colpi ai criminali che il massimo edittale sul voto di scambio politico-mafioso«. I numeri »confermano l'efficacia della legge«, ha rilevato il presidente della Commissione Ambiente della Camera e primo firmatario della legge Ermete Realacci osservando che è »simbolo, purtroppo non frequente, di lavoro efficace e trasversale del Parlamento nell'interesse del Paese«.