Enti montani addio: arrivano i commissari e 5 milioni di risparmi

Masci: «I dipendenti verranno ricollocati in altri uffici» Il Pd: scelta fatta senza considerare il futuro dei Comuni

PESCARA. Si conclude definitivamente, in Abruzzo, l'esperienza delle Comunità montane. Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, infatti, ha firmato i decreti di scioglimento delle Comunità ancora in essere, cioè undici delle diciannove originariamente esistenti. A questo punto arriveranno i commissari liquidatori, che dovranno predisporre il progetto di liquidazione. I risparmi per la Regione ammontano a circa cinque milioni di euro all'anno. Ma è subito polemica, con il Pd regionale che evidenzia come «di fatto non esistano un programma di trasferimento e ripartizioni di funzioni tra la Regione e le future Unioni dei Comuni montani ed indicazioni per la ricollocazione del personale delle ex Comunità».

I decreti di scioglimento rappresentano l'atto finale di una procedura avviata da tempo. La legge regionale numero 1 del 2013, d'altronde, definisce la procedura per lo scioglimento. Sulle sorti dei dipendenti delle Comunità montante, una settantina di lavoratori, fa chiarezza l'assessore agli Enti locali, Carlo Masci: «Abbiamo previsto un processo per cui il personale potrà essere ricollocato nei Comuni, nelle Unioni dei comuni e, come ultima ipotesi, in Regione», spiega l'assessore, «abbiamo previsto degli incentivi per Comuni ed Unioni che assorbiranno questi lavoratori e dei disincentivi per tutti quegli enti che non acquisiranno e magari andranno ad assumere altri soggetti. I commissari, che lavoreranno a titolo gratuito saranno nominati dal presidente di Regione ed avranno 60 giorni di tempo per predisporre il programma di liquidazione, definendo gli attivi e i passivi delle Comunità e tenendo conto del personale e dei rapporti ancora in corso. In un periodo storico in cui i territori erano in grande difficoltà», dice ancora l'assessore, «le Comunità montane hanno avuto un grande ruolo, ma ora questa esperienza è superata. Prosegue, dunque, quella politica di razionalizzazione ed efficientamento del sistema che abbiamo avviato, senza mai abbandonare i territori». Non la pensano così, però, i consiglieri regionali del Pd Giovanni D'Amico, Claudio Ruffini e Giuseppe Di Pangrazio, che hanno inviato una richiesta di incontro urgente al presidente e ai componenti del direttivo dell'Anci, l'Associazione dei Comuni italiani. «Le nuove disposizioni approvate dal centro destra», dicono i consiglieri, «giungono senza che la Regione abbia definito un disegno di coesione istituzionale orientato alla costituzione delle Unioni dei Comuni. Non si sa chi dovrà gestire e con quali risorse le funzioni delle Comunità montane. Tutto l'onere viene scaricato in danno dei Comuni»

Lorenzo Dolce

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