Esperimento nel Gran Sasso, la Regione frena sull'uso di combustibile radiattivo

Il vice presidente Lolli dopo la prova di trasporto: «Il tavolo congiunto non è stato informato, vogliamo conoscere le carte e poi esprimere una valutazione». Giovedì prossimo assemblea pubblica a Isola del Gran Sasso

L'AQUILA. La Regione frena l'esperimento con materiali radioattivi sotto il Gran Sasso. «L'esperimento dev'essere riprotocollato dall'inizio, questo abbiamo chiesto ai Laboratori di fisica nucleare. Noi vogliamo conoscere le carte, esprimere una valutazione sia come tavolo, anche i membri del tavolo come ad esempio il Parco, perché lì siamo in area Parco, dovranno esprimere la loro autorevole valutazione. Abbiamo scritto una lettera formale ai Laboratori che ci hanno risposto: ora dovranno produrre tutte le documentazioni necessarie per metterci a conoscenza e chiederci le autorizzazioni per il prosieguo di quest attività specifica. L'esperimento non viene bloccato, perché noi siamo favorevoli agli esperimenti: d'altra parte si tratta di Laboratori che fanno ricerca di Fisica nucleare, nel senso che non fanno ricerca sull'energia nucleare, ma sul 'nucleo' delle cellule: non c'è alcun pericolo Fukushima o Chernobyl».

leggi anche: Il camion diretto ai laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso per la prova del trasporto di materiale radiattivo Gran Sasso, firmato il contratto per il materiale radioattivo  L’annuncio è stato dato nel giugno scorso in un congresso di fisica all’università di Milano. Il direttore dei laboratori Ragazzi: «L’hanno comprato i francesi, non è detto che arrivi qui»

A dirlo è il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, che presiede il tavolo sulla sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso istituito dopo l'emergenza idrica della scorsa primavera, intervenuto per fare chiarezza sulla polemica nata intorno all'avvio di una simulazione all'interno dei laboratori del Gran Sasso. «Abbiamo un protocollo che è stato firmato da tutti i soggetti che ruotano intorno al bacino idrico del Gran Sasso e quindi anche l'Istituto nazionale di fisica nucleare lo ha firmato, che prevede che qualsiasi attività si faccia nel laboratorio o che riguardi l'autostrada, debba essere preventivamente comunicata, e per alcune attività anche autorizzata, in questo caso il tavolo (che non è meramente tecnico) non è stato minimamente informato nonostante il Protocollo lo prevedesse». Si è trattato di un "fraintendimento”, ha chiarito Lolli, «il Laboratorio (il direttore Stefano Ragazzi) si è scusato, un episodio non grave ma significativo per il tavolo, nato per gestire tutta la fase della messa in sicurezza del bacino idrico che dovrà realizzarsi di qui qi prossimi due-tre anni. Fino a quando la sistemazione del bacino non avverrà, tutti dovranno rispettare il protocollo».

Nel corso della conferenza stampa, è stato lo stesso Lolli a chiarire che la Regione Abruzzo non ha un potere specifico di fermare l'esperimento Sox che prevede l'uso di materiale radioattivo all'interno dei Laboratori del Gran Sasso, ma l'ente ha chiesto e ottenuto che ricominci l'iter di controlli che lo ha già autorizzato, con l'aggiunta di nuove certificazioni a quelle già ottenute dall'istituto Ispra del ministero dell'Ambiente. Il "tavolo" a cui Lolli fa riferimento, normato da un protocollo d'intesa firmato a settembre, vede la presenza di Regione, società autostradale Strada dei Parchi, società idriche, Asl aquilana e Lngs con l'Istituto di fisica nucleare (Infn) e «resterà in vita e metterà becco su tutto finché operiamo in un sistema in cui c'è rischio, anche teorico, di contaminazione di uno dei sistemi acquiferi più importanti del Centro Italia: il tavolo si accoppia e sovrappone alle leggi nazionali, anche perché siamo nel dominio del Parco nazionale Gran Sasso-Laga». Giovedì prossimo a Isola del Gran Sasso (Teramo) si svolgerà un' assemblea pubblica per informare la popolazione e Lolli ha chiesto aiuto anche ai media per «scongiurare il rischio che si creino suggestioni eccessive. Bisogna dire le cose come stanno - ha avvertito - altrimenti facciamo danni enormi: l'Istituto di fisica si chiama 'nuclearè ma non è che all'interno avvengano o avverranno attività tipo Fukushima». Sullo «stop» chiesto e ottenuto dai Laboratori, «non siamo pregiudizialmente contrari agli esperimenti, anzi, siamo pregiudizialmente favorevoli. Tuttavia, per la particolare complessità che ha quel tipo di esperimento, chiediamo che, ripartendo dall'inizio, sia sottoposto alla conoscenza esatta del tavolo e all'utilizzo di tutti gli strumenti di cui gli enti che lo compongono dispongono: valutazioni Vinca e Vas e tutto quello che legge prevede».