Febbo: il Dea si fa coi due ospedali  

L’assessore al sindaco di Pescara sulla struttura d’eccellenza: basta divisioni con Chieti

CHIETI . «Il sindaco Carlo Masci deve prendere atto che dopo anni di confronti su numeri, e approfondimenti sulla questione, non esiste altra via che il Dea integrato fra i due nosocomi, e non solo per soddisfare le direttive del decreto Lorenzin». Lo afferma l’assessore regionale Mauro Febbo, in risposta al primo cittadino di Pescara che rivendicava per l’ospedale del capoluogo adriatico il Dea di secondo livello. «Il maggior numero di Unità operative complesse (Uoc) dell’Ospedale di Pescara», dice invece Febbo, «è stato determinato da decreti dell’allora Commissario ad acta e presidente della Regione Luciano D’Alfonso, che ben prima dell’inizio della procedura, con il silenzio assordante del Pd teatino sono state spostate dall’ospedale di Chieti a Pescara». Cosa, sottolinea Febbo, «che non è riuscita. Per evidenti motivi strutturali la cardiochirurgia è rimasta e rimarrà a Chieti, e non per motivi di campanile, ma per la storia recente che tutti conoscono». La presenza della facoltà di medicina, sottolinea Febbo, fa di quello teatino un ospedale clinicizzato. «Senza parlare dell’inutile sperpero di soldi pubblici per spostare il 118 all’aeroporto», prosegue, «dopo che è stato constatato che per dimensionalità, capacità di posteggio su gomma e pista di atterraggio, e qualità della gestione dell’emergenza urgenza, il 118 di Chieti era già pronto per ospitare la centrale unica d’emergenza urgenza». Sull’analisi dei dati, degli indici di appropriatezza e il numero di accessi e, quindi la qualità dei servizi assistenziali «è difficile discernere in due parole», aggiunge Febbo, «dopo che sono stati oggetto di analisi approfondita da parte di esperti del settore e analisti che dopo numerosi incontri, relazione e analisi sono arrivati alla determinazione che l’ottimizzazione della resa di prestazioni si ottiene solo integrando i due ospedali. Il mio amico ed ottimo amministrazione Carlo Masci se ne faccia una ragione, d’altronde non c’è altra soluzione se non il Dea di secondo livello integrato fra i due ospedali, certificato nuovamente giorni fa dall’assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì, che ha predisposto nuova relazione e risposte al Tavolo di Monitoraggio tenutosi il 30 luglio. Credo che sia ormai giunto il momento di superare queste sterile e inutile richieste e polemiche, per lavorare tutti per dare all’Abruzzo, una cittadella della sanità Chieti – Pescara, che finalmente favorisca anche la mobilità attiva da altre provincie e regioni, con un servizio e assistenza sanitaria di eccellenza che sia a disposizione delle tante richieste di sanità che ci vengono rivolte. Sono certo che il bravo sindaco di Pescara lavorerà insieme al Governo Regionale ed al sottoscritto per arrivare a questo risultato importante». (c.s.)