I satelliti made in Europa saranno gestiti dalla Telespazio nel Fucino

Entra in funzione Galileo: patto da 1,5 miliardi di euro e lavoro per 10 anni Supporti già inseriti nei telefonini. L’Ad Pasquali (Telespazio): importanti ricadute

ORTUCCHIO. Il telefonino cinese Huawei Mate 9 è il primo in grado di “leggere” i satelliti del sistema di navigazione europeo Galileo controllato dalla Telespazio nel Fucino. Rileva tre dei 18 satelliti in orbita e lo fa soltanto nella città di Milano.

Ma è un primo, significativo passo dopo 17 anni trascorsi fra enormi investimenti e intoppi del sistema di posizionamento satellitare voluto dall’Unione europea per concorrere col famoso Gps americano.

Galileo è dunque operativo e ciò spazza via anche i timori per il futuro del centro spaziale nella piana del Fucino e per il suoi dipendenti. E nel giorno del lancio dei primi servizi offerti gratuitamente dal Gps europeo la società Spaceopal, guidata da Leonardo tramite la controllata Telespazio, e dalla tedesca Dlr Gfr di Monaco di Baviera, ha firmato a Bruxelles un contratto dal valore massimo di 1,5 miliardi di euro per la gestione per 10 anni del programma di navigazione e localizzazione satellitare. A regime i satelliti operativi saranno 27, con tre satelliti di backup pronti a essere posizionati sull’orbita giusta per supplire a eventuali guasti. Per ricevere i satelliti che orbitano a circa 23.000 chilometri di altezza servono fondamentalmente due elementi: un processore capace di gestire i segnali ricevuti dalle antenne e dei software in grado di riconoscere questi segnali. I produttori di SoC per smartphone e tablet e di dispositivi satellitari hanno già iniziato da tempo a inserire il supporto al Global navigation satellite system Galileo, e anche chi sviluppa software ha fatto i primi passi: Google ha aggiunto il supporto in Android 6.0 Marshmallow e la stessa cosa stanno facendo anche i produttori di software e dispositivi Gps come Tom Tom e Garmin (iOS al momento non lo supporta, e non è dato sapere se l’hardware dell’iPhone è capace di ricevere questi segnali). Galileo funzionerà in modo totalmente trasparente e integrato con gli altri sistemi attualmente esistenti come Glonass e il Gps: gli smartphone e i prodotti che lo supporteranno avranno una serie di satelliti in più per migliorare precisione e aggancio del segnale, senza che gli sviluppatori debbano aggiornare le App.

Il sistema europeo diventerà pienamente operativo nel 2020 e avrà una precisione mai vista al mondo (l’errore sarà al massimo di tre metri). Nel frattempo, dovrebbero aumentare i dispositivi in grado di sfruttare il suo segnale.

I servizi già operativi sono quelli legati alle operazioni di salvataggio, con geolocalizzazione effettuate in massimo 10 minuti, alla navigazione auto con accresciuta precisione oltre a quelli che aumentano la sicurezza pubblica e una migliore sincronizzazione delle infrastrutture chiave come energia e transazioni finanziarie.

«Siamo orgogliosi di contribuire, con le nostre tecnologie e competenze, al sistema satellitare Galileo che offrirà servizi di qualità ai cittadini di tutto il mondo e potrà rappresentare un volano per la crescita economica e la competitività», afferma Mauro Moretti, amministratore delegato e direttore generale di Leonardo. «È un contratto importantissimo per l’Italia» e per «tutta la filiera» che ruota intorno al progetto satellitare Galileo, precisa Luigi Pasquali, Ad di Telespazio e capo settore spazio di Leonardo. Pasquali sottolinea come il contratto costituisca una «realtà importante in termini economici», visto che «vale più di un miliardo» e «ci farà lavorare 10 anni» con «importanti ricadute sul sistema produttivo italiano nella piana del Fucino e non solo».

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