Il bollo dell'auto aumenta del 10%

La Regione sostituisce le accise sulla benzina per pagare i debiti della sanità

PESCARA. Via le accise sulla benzina, al loro posto arriva l'aumento della tassa di circolazione. Dal prossimo anno gli automobilisti abruzzesi smetteranno di pagare il carburante 2,5 centesimi in più al litro ma dovranno farsi carico di un rincaro del 10% del bollo dell'auto.

La decisione è contenuta in una delibera di giunta che deve comunque passare al vaglio del consiglio regionale. Un disegno di legge con il quale la Regione intende recuperare i 13 milioni di euro che deve pagare allo Stato per aver ottenuto il prestito da 200milioni di euro finalizzati a coprire una quota del debito della sanità (l'altra parte è stata coperta con 160milioni dai fondi Fas). «Non si tratta di una tassa aggiuntiva», specifica subito l'assessore al Bilancio Carlo Masci, «ma di una tassa sostitutiva all'aumento delle accise e che l'anno scorso non è stata potuta applicare perché non c'erano a disposizione i tempi tecnici per farlo».

«È la strenna che ci anticipa Chiodi», è invece il parere del vice capogruppo regionale dell'Idv Cesare D'Alessandro, «una manovra così importante viene di fatto nascosta in un anonimo disegno di legge che reca genericamente il titolo "Disposizioni in materia di entrate". In realtà Chiodi, con un congruo anticipo sulle feste natalizie, si appresta a mettere sotto l'albero una nuova tassa. Qualcuno», fa notare D'Alessandro, «ricorda, l'anno scorso, le roboanti dichiarazioni di Chiodi, il quale affermava solennemente che, nonostante il nuovo buco, non avrebbe messo le mani nelle tasche degli abruzzesi? Ora lo fa in differita e ci mette gli artigli».

«Non c'è nessun nuovo debito per gli abruzzesi», riprende l'assessore Masci che parla di addizionale sostitutiva alle accise sulla benzina (non sul gasolio, né sul metano) «per far fronte al debito di 360 milioni di euro, accertato nel 2009, appena insediata la giunta Chiodi e relativo al triennio 2004-2005-2006». Fu allora che a fronte di questa situazione debitoria fu deciso di coprire il buco di 360 milioni con 200 milioni di euro di anticipazione di cassa del governo e 160 milioni con prelievo dai Fondi Fas. Un debito che costa appunto alla Regione quei 13 milioni di euro l'anno che sono stati coperti con i 2,5 centesimi in più sulla benzina (8 milioni) e con un taglio di spese per 5 milioni. Ma qual è il criterio che ha spinto la Regione a cambiare la tassa? «Le accise», risponde Masci, «gravano sugli abruzzesi in maniera indiscriminata, il bollo rappresenta un importo certo, cosa che non vale per la benzina, è una entrata che non crea problemi di riscossione, e soprattutto è una tassa più equa visto che si paga in base alla cilindrata dell'auto: più è alta la cilindrata più è alto il bollo, per cui l'aumento va a colpire in base al reddito e di contro non colpisce classi socialmente svantaggiate come ad esempio i disabili».

Le accise sulla benzina possono avere avuto un effetto diverso sul mercato e quindi anche sui calcoli dell'imposizione fiscale e dell'inflazione.

Le società petrolifere devono, sì, pagarle alla Regione ma hanno potuto scegliere se applicarle sul prezzo di consumo. Il bollo dell'auto è invece più diretto e l'aumento scatta sistematicamente nel momento in cui l'automobilista va a pagarlo. Sarebbe curioso fare una verifica: vedere se in Abruzzo, una volta cambiata la tassa, si abbasserà il prezzo della benzina.

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