Il contratto Trenitalia-Regione finisce al Tar

Ricorso di Federconsumatori, Acu e Arco: nessun convolgimento delle associazioni e dei pendolari

PESCARA. Un ricorso al Tar dell’Aquila, da parte di Federconsumatori, Acu e Arco, più altre associazioni a tutela dei consumatori, nel quale si chiede l’annullamento della deliberazione numero 675 del 2016 della giunta regionale, in cui si autorizza l’approvazione del contratto di servizio tra Regione Abruzzo e Trenitalia. Un contratto che sarà valido dal 2015 al 2023.

All’iniziativa, stata presentata giovedì nella sala Figlia di Jorio della Provincia di Pescara, ahanno preso parte il vicepresidente nazionale della Federconsumatori, Sergio Veroli, il presidente regionale Antonio Terenzi, il responsabile dell’Osservatorio Trasporti, Tino Di Cicco, l’avvocato Felice Petillo, e Franco Venni, dell’associazione Arco.

Le associazioni che hanno presentato il ricorso hanno fatto appello alla legislazione nazionale e comunitaria, «per le quali», hanno sottolineato, «è previsto un coinvolgimento di esse nelle firme di contratti di servizio tra enti locali e imprese incaricate della gestione dei servizi».

«Non c’è stato nessun coinvolgimento né dei pendolari, né delle associazioni, che è previsto dalla legge», ha rimarcato Veroli, «e quindi o ci chiamano per sederci intorno ad un tavolo, per cambiare le cose, oppure noi andremo avanti per l’annullamento dei contratti di servizio».

Di Cicco, invece, ha presentato il “libro nero” del trasporto in Abruzzo, giunto alla quarta edizione.

«Manca un regionale Pescara - Foggia», ha ricordato Di Cicco, «e pertanto i cittadini sono costretti a pagare 29 euro e 50 invece di 11 euro e 50 per il Freccia Bianca». Non solo. Dal “libro nero”, Di Cicco ha fatto notare che «sulla direttrice Adriatica non abbiamo l’Alta velocità, ma il prezzo che pagano i cittadini è analogo, se non più alto, di quello che si paga per l’Alta velocità».

Per Venni, infine, «queste problematiche le abbiamo con tutte le aziende che fanno servizi pubblici. Per noi questo aspetto diventa una prua», ha concluso, «che ci consente di aprire dei varchi enormi, perché non esiste nessun Comune che possa fare un contratto di servizio senza coinvolgere le associazioni».

Vito de Luca

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