Regione, una legge per cancellare il comma che impedì la candidatura di D’Alfonso

Il Pd contro la norma antisindaci «Va cambiata la legge elettorale»

Anche Chiodi costretto a dimettersi per presentarsi alle elezioni regionali

PESCARA. Dopo quasi sei anni si rimette mano alla legge regionale antisindaci, la legge che mise fuori gioco l’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso dalla corsa alla presidenza della Regione.
Ieri il Pd ha presentato un disegno di legge che elimina il comma della legge 51/2004 che obbliga i sindaci dei Comuni al di sopra dei 5mila abitanti a dimettersi almeno 90 giorni prima della presentazione delle liste per potersi presentare alle elezioni regionali per la carica di presidente o di consigliere.

La legge 51 fu approvata dal centrodestra a fine 2004 proprio per impedire la candidatura di D’Alfonso, visto come un avversario ostico per l’uscente Giovanni Pace. In quell’occasione D’Alfonso rinunciò e aprì la strada alla candidatura di Ottaviano Del Turco che venne poi eletto. Del Turco in campagna elettorale si impegnò a eliminare la legge antisindaci. Anzi, disse che sarebbe stato il primo atto del suo governo, ma non lo fece.

Nell’ultima campagna elettorale Gianni Chiodi si disse vittima di quella legge e promise di cambiarla (Chiodi fu obbligato a dimettersi dalla carica di sindaco di Teramo, lo stesso fu obbligato a fare il sindaco di Giulianova Claudio Ruffini). Ma fino a oggi non l’ha fatto. Ora è il Pd a prendere l’iniziativa. Il ddl è stato presentato ieri all’Aquila dal capogruppo Camillo D’Alessandro e dagli altri consiglieri democratici.

Secondo D’Alessandro la norma da cancellare è una norma “ad personam” unica in tutte le regioni italiane. «Con la nostra legge», spiega il capogruppo del Pd, «ridiamo in mano agli elettori la decisione sulla candidabilità dei sindaci. Saranno gli elettori a decidere, votandolo, se il loro sindaco può lasciare il Comune per andare in Regione». Questa è la seconda modifica presentata dal Pd alla legge sulla ineleggibilità e incompatibilità dei consiglieri regionali. La settimana scorsa il Consiglio regionale ha approvato una legge che modifica la 51 nella parte delle incompatibilità, portando da 5mila a 2mila abitanti la popolazione dei Comuni al di sopra della quale scatta l’incompatibilità tra carica di sindaco e assessore e carica di Consigliere regionale.

La legge è stata approvata con un accordo tra Pd e Pdl. Oggi dunque l’ineleggibilità per sindaci e assessori vale per i Comuni al di sopra dei 5mila abitanti (se vogliono essere eletti debbono dimettersi 90 giorni prima della presentazione delle liste), mentre c’è incompatibilità per sindaci e assessori dei Comuni al di sopra dei 2mila abitanti (possono essere eletti ma poi devono optare tra le due cariche). Se venisse approvato il nuovo ddl, tutti potrebbero essere eletti, ma i sindaci e gli assessori dei Comuni al di sopra dei 2mila abitanti dovrebbero optare.