Il sisma nell’arte attraverso le pagine del Centro

«Non sono stato all’Aquila nei primi giorni del terremoto né dopo, ma sono convinto che il Centro ci abbia fatto vedere tutto quanto accadeva giorno dopo giorno. Così ho deciso di dare una lettura che duri nel tempo, una lettura artistica, alle immagini più significative e impressionanti di quei fatti». Il Palazzo del governo, crollato, e le polemiche seguenti, la basilica di Collemaggio sventrata, i due vigili del fuoco che recuperano la Madonnina della chiesa di Paganica.

Saverio Di Donato partecipa commosso mostrando i manifesti di grande formato da lui dipinti con colori acrilici. Ai primi sei-sette manifesti pittorici entro marzo se ne aggiungeranno altrettanti con l’obbiettivo di esporli nella sua città, Pescara, a un anno esatto dalla tragica scossa del 6 aprile che ha colpito L’Aquila.

Una forma originale di esorcizzazione, che lui ha scelto di rendere ancora più esclusiva traendo le immagini da copertine e pagine interne pubblicate dal Centro e potenziandone l’espressività, amplificandone i tratti «come fa un microfono del suono, come farebbe la pubblicità. Ho scelto il Centro perché è il giornale locale in assoluto più seguito», afferma Di Donato, «che ha rappresentato ogni giorno la principale fonte di informazione pubblica ed è stato vicino alla vita degli aquilani e di tutti gli abruzzesi».

In ogni quadro campeggiano alcuni dei titoli del primo quotidiano d’Abruzzo dedicati all’emergenza terremoto: «Cemento fragile come sabbia, Ospedale, pronte le denunce, In una notte è cambiato tutto, Hanno distrutto il cuore della città».
«Devo riconoscere che i fotografi del giornale sono stati bravissimi», riprende l’artista, «mi sono ispirato spesso alle copertine, come quella bellissima con i due pompieri che portano a termine il salvataggio della statua della Madonna di Paganica. Qualsiasi immagine esprime più delle parole». Di Donato anticipa che soggetto dei prossimi manifesti saranno la Casa dello studente, gli studenti in fuga, le chiese, l’ospedale.

Un manifesto sarà dedicato a Giustino Parisse, caporedattore del Centro, e alla tragedia della sua famiglia e del suo paese, Onna. «Ho volutamente evitato di rappresentare scene strazianti, di cattivo gusto in questo tipo di operazione. Se un quadro si mette in mostra non deve suscitare dolore, piuttosto polemica e denuncia: criticare è faticoso, fa rilevare la distanza tra com’è la realtà e come dovrebbe essere».

Psicologo e psicoterapeuta da oltre 35 anni dedito alla psicanalisi dell’arte, Di Donato crede nella pittura (sua «passione iniziata a 6 anni») come mezzo per conoscersi interiormente cercando una soluzione estetica: «Utilizzo il disegno infantile per diagnosi e per capire i problemi dei bambini. Attraverso il gioco e il disegno, su cui hanno un controllo minore, esprimono tutta la loro fantasia, paure, angosce, desideri: il bambino disegna quello che conosce delle cose».

A lui l’associazione di volontariato culturale Nuovo Circolo aternino di Pescara, ha chiesto la collaborazione in un’attività di rilevamento di probabili eccellenze con una scuola di pittura rivolta a bambini tra cinque e dieci anni, da svolgersi tra il Circolo aternino e la primaria Flaiano in pieno centro storico, dal titolo: «Alla ricerca di Basilio». La mostra dei manifesti pittorici di Di Donato si farà, se riaprirà in tempo per il 6 aprile, nei locali del Circolo in piazza Garibaldi. E l’artista pensa già all’allestimento, l’estate prossima, di una nuova serie di immagini - tratte del Centro oltre a suoi scatti personali - dei Giochi del Mediterraneo dello scorso anno.

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