Il Trebbiano Valentini nei top 50 

La giuria del Biwa assegna al vino del produttore di Loreto Aprutino il 29° posto in Italia

PESCARA. Il Trebbiano d’Abruzzo doc 2015 dell’azienda Valentini di Loreto Aprutino tra i 50 migliori vini d’Italia secondo la giuria internazionale del Biwa (Best Italian wine awards) 2019. Questa sera a Milano, Centro Congressi Fondazione Cariplo in Via Romagnosi, verrà svelata la classifica con i cinquanta finalisti 2019: in 29 esima postazione Valentini è l’ unico abruzzese tra i magnifici 50 vini italiani. «Nell’anno dei bianchi» si legge sul Corriere della Sera di ieri, che ha anticipato la classifica, tra Sassicaia di Tenuta San Guido (migliore dell’anno), Brunello e Barolo si fanno largo sedici etichette, in testa il Nord con i bianchi altoatesini e la Sicilia, quindi il centro con lo «straordinario Trebbiano abruzzese» e il sud con un’affermata espressione della Costiera amalfitana. «Straordinario è l’Abruzzo, il terroir, le nostre colline nonostante il clima che va cambiando», dichiara Francesco Paolo Valentini ricordando come la storica azienda agricola di famiglia sia stata finora sempre presente con il suo Trebbiano tra i best fifty del Biwa esordendo con un primo posto assoluto nella prima edizione del 2012. «Straordinario» considera ancora Valentini «è il nostro vitigno, il trebbiano, da sempre bistrattato e sottovalutato, e che invece vanta una storia lunga oltre duemila anni, citata da Plinio, un’uva difficile da governare ma che non ha nulla da invidiare ad altri vitigni a bacca bianca». «Ha vinto un territorio, non tanto la singola azienda», ripete. E se in vigna e in cantina l’erede di Edoardo Valentini - primo produttore di vino al cui nome è stato intitolato un parco a Roma, e una piazza a Controguerra - porta avanti l’impronta artigianale data alla produzione vitivinicola, altrettanto avanguardistica è l’impostazione data al nascente frantoio oleario Valentini e Cerretani, inaugurazione sabato 21 in contrada Camposacro dove ha sede l’azienda Valentini. Una joint venture che rilancia l’antica vocazione olivicola dei Valentini (nel 1800 con il più grande frantorio di Loreto Aprutino) con un nuova struttura “ultramoderna e avveniristica (progetto architettonico dell’ingegnere loretese Giovanni Pace, ndr), che lavorerà anche per conto terzi”. «L’olio è la mia passione, credo fortemente nelle ventisei cultivar di olive abruzzesi, un potenziale che altri non hanno su cui puntare. E io mi sono messo in gioco, gestirò il frantoio con Alberto Cerretani», conclude Valentini.
Jolanda Ferrara