Indennità ai medici: 4,5 milioni per 200 ricorsi

Il consiglio regionale approva a maggioranza tre proposte di legge che riconoscono la somma e la inseriscono fra i debiti fuori bilancio. Ma non è finita

L'AQUILA. Il consiglio regionale ha approvato a maggioranza tre proposte di legge che riconoscono debiti fuori bilancio per complessivi circa 4,5 milioni di euro relativi a sentenze esecutive di secondo grado a favore di circa 200 medici di famiglia. I professionisti avevano attivato contenziosi legali per il mancato pagamento da parte della Regione, in particolate il dipartimento Salute e Welfare, di indennità dal 2000 al 2006 previste nell'accordo integrativo regionale risalente al 1998. L'accordo prevede indennità per lo svolgimento di attività in zone disagiate o disagiatissime ed è conseguenza del contratto collettivo nazionale. I dirigenti regionali hanno tuttavia presentato per ogni caso ricorso in Cassazione contro il pronunciamento di secondo grado. A votare i tre provvedimenti è stata la maggioranza di centrosinistra. Contro si è espresso Ncd che ha assicurato il numero legale alla luce di tre assenze nel centrosinistra. Non hanno partecipato al voto i consiglieri regionale del M5S e il consigliere di Sinistra Italiana Leandro Bracco, tutti molto critici. La Giunta aveva già licenziato le tre delibere. Per la maggioranza si tratta comunque di un atto dovuto visto che il consiglio regionale deve riconoscere con legge la legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti, come in questo caso, da sentenze esecutive. Se il Consiglio non avesse approvato, il debito avrebbe avuto legittimità entro 60 giorni dal ricevimento della proposta. Inoltre con il licenziamento delle delibere la Corte dei Conti avvierà un'indagine per verificare il comportamento di chi ha operato.