Ipermercati, il Tar si appella alla Consulta

Chiesto il parere di costituzionalità sulla legge regionale che regola i turni di riposo

LANCIANO. Sarà la Corte costituzionale a decidere sul ricorso dei centri commerciali della città contro l'obbligo di riposo settimanale dei negozi. Le due strutture hanno contestato l'ordinanza comunale che ha applicato la nuova legge regionale sulle deroghe alle chiusure.

Il ricorso è stato discusso ieri mattina dal Tribunale amministrativo di Pescara. I giudici hanno sollevato la questione di legittimità sull'obbligo del riposo settimanale, rinviando all'organo competente ogni decisione. La Corte costituzionale si troverà quindi a decidere sulla stessa legge regionale.

E' la legge numero 17, approvata il 12 maggio 2010, quella finita nel mirino della grande distribuzione. La norma, pensata per rilanciare l'economia, ha innalzato il numero delle giornate di deroga alle chiusure domenicali e nei giorni festivi, portandolo dalle 35 del 2010 a 44, ma ha imposto il riposo infrasettimanale dopo ogni apertura straordinaria, che viceversa era stato eliminato dalla precedente legge regionale (la numero 11 del 2008). Obbligo che devono osservare gli esercizi della media e grande distribuzione (rispettivamente sopra i 1500 e sopra i 2500 metri quadrati), al contrario dei piccoli negozi, quelli di vicinato, che non hanno limitazioni. Tale giorno di riposo andava concordato nelle conferenze dei servizi dei Comuni con gli operatori commerciali, i sindacati e le associazioni di categoria. A Lanciano, ad esempio, è stato fissato il lunedì, mentre in altri Comuni vicini, come Chieti e Vasto, l'obbligo di stare chiusi non c'è.

Il governo stesso aveva sollevato la questione di legittimità davanti alla Corte costituzionale, in quanto la legge regionale non sarebbe aderente ai principi dettati dall'esecutivo. Su questo ricorso i giudici della Consulta non si sono ancora pronunciati: la legge quindi è vigente, e i Comuni hanno dovuto adeguarsi nel redigere i nuovi calendari delle aperture straordinarie del 2011. Ad aumentare il caos c'è che lo stesso consiglio regionale, nella seduta di fine anno, ha inserito nel bilancio di previsione un emendamento, non ancora pubblicato sul Bura, che riduce le giornate di deroga da 44 a 38. Ma la Regione non ha chiarito se, con le minori aperture domenicali, decade o meno l'obbligo del riposo settimanale.

Su queste incertezze si inserisce il ricorso presentato dai centri commerciali frentani, «La Fontana» e «Lanciano», che chiedono la cancellazione dell'obbligo di chiusura infrasettimanale. L'iniziativa della grande distribuzione solleva le proteste dei piccoli esercenti, titolari di attività spesso a conduzione familiare e costretti quindi a turni sfiancanti, i quali erano stati i primi a sostenere l'ordinanza del Comune di Lanciano che ristabiliva il diritto dei commercianti al riposo settimanale. I centri commerciali hanno già ottenuto dal Tar la sospensiva dell'ordinanza, per cui ogni lunedì, dopo una domenica lavorativa, sono regolarmente aperti. Adesso la palla passa ai giudici della Corte costituzionale.

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