La cava deturperà il borgo d’Italia

La Regione dà il permesso per scavare le verdi colline di Castelbasso. Il sindaco avvisa subito la Procura "E’ uno schiaffo ai nostri lavori di recupero culturale e ambientale"

CASTELLALTO. La protesta contro la cava che insidia il borgo di Castelbasso sembrava ormai una battaglia vinta e archiviata per il sindaco di Castellalto Gabriele Ruggieri. Ma evidentemente il capitolo non si era ancora chiuso per la Regione. Una delibera dirigenziale del 12 febbraio ha infatti autorizzato l’apertura della “cava della discordia”, quella richiesta dalla ditta Italter di Colledara, che sorgerà nel comune di Castellato, in località Mulano.

«Un autentico schiaffo al territorio», dice il sindaco Ruggieri - centro sinistra - che già nel 2008 si era battuto contro la sua apertura, ottenendo un passo indietro dalla Regione, governata allora da Del Turco.

Questa volta invece - probabilmente complice il cambio di colore della giunta regionale - le cose sono andate in modo diverso. La cava nascerà a poca distanza dal borgo medievale di Castelbasso, un piccolo paese quasi disabitato che negli ultimi dieci anni è stato protagonista di una vera e propria rinascita grazie ad un progetto culturale che ha portato i più grandi nomi dell’arte e della musica ad esporre e ad esibirsi dentro le mura del borgo. «Un’autentica eccellenza per l’intero Abruzzo», come ha sottolineato il sindaco che vuole continuare a difendere l’integrità ambientale del territorio che circonda il paese.

Una protesta che vuole anche preservare tutte le azioni di restauro e di valorizzazione architettonica portate avanti a Castelbasso, inserito nel Club dei borghi più belli d’Italia. La prima mossa del sindaco è stata una diffida contro l’ente e contro l’azienda richiedente - trasmessa anche alla Procura di Teramo - per ottenere l’annullamento dell’autorizzazione, poiché secondo il primo cittadino questa metterebbe a rischio l’integrità storico-artistica del centro. A sostenere la sua posizione c’è anche una delibera del consiglio comunale di Castellalto risalente al 2006 che prevede il divieto di attività estrattive nel raggio di 500 metri dalla cinta muraria del borgo e l’interferenza visiva nel raggio di 2000 metri. Due vincoli di fatto aggirati dalla delibera della Regione.

L’atto fissa infatti la distanza della cava dalle mura del centro abitato a 650 metri - come riportato nella relazione stesa da un tecnico - quindi oltre il limite stabilito dal Comune. E anche dal punto di vista visivo - dice ancora Ruggieri - la cava è localizzata in modo da risultare visibile da qualunque lato del borgo, come testimonia la documentazione fotografica fornita dal Comune di Castellalto.

Il braccio di ferro tra Comune e Regione è appena iniziato. Il sindaco Ruggieri è pronto a restituire lo schiaffo ricevuto.