Lo sbarco della Lega La nuova Pontida in provincia di Chieti

CHIETI. L’Abruzzo piace alla Lega Nord. Il Carroccio è pronto a lanciarsi in una avventura politica puntando su Comuni, imprese e federalismo, al motto: «I soldi dell’Abruzzo agli abruzzesi». CosìUmberto Bossi per premiare una regione che concede soddisfazioni elettorali e grandi speranze politiche, ha dato il suo assenso alla festa nazionale della Lega Nord che si terrà proprio in Abruzzo.

«Dobbiamo decidere ancora in quale città ma la festa si terrà questa estate in Abruzzo. Saranno presenti Bossi e Calderoli e tanti altri ministri e dirigenti».
Lo annuncia dal Messico dove è per lavoro, Mauro Scioli, 43 anni, imprenditore di Guardiagrele, proprietario di aziende metalmeccaniche ed edili, eletto con il 7 per cento in Consiglio comunale con la coalizione del neo sindaco Sandro Salvi.

Scioli si è sentito con i commissari per l’Abruzzo Marco Rondini di Milano e Emanuela Mumerato di Rovigo, che hanno confermato l’idea della festa del Carroccio in «terra d’Abruzzo».
«Bossi e i vertici della Lega Nord sono soddisfatti», racconta Scioli, «il risultato ottenuto a Chieti e Guardiagrele con l’elezione di due consiglieri comunali è un ottimo segnale. Il tesseramento regionale procede bene, abbiamo 600 iscritti, siamo pronti ad aprire nuove sedi, dopo quelle di Chieti, L’Aquila, Sulmona, Teramo e lungo la costa teramana dove puntiamo su Alba Adriatica e Giulianova».

I tesserati abruzzesi hanno potuto godere di un particolare privilegio, le tessere vidimate sono state inviate direttamente dalla struttura nazionale della Lega, un privilegio finora accordato solo alle cosiddette «Nazioni Padane».
A cementare lo speciale rapporto tra l’Abruzzo e la Lega Nord anche un episodio. Il caso ha voluto che il commissario Rondini fosse all’Aquila la notte del terremoto. Ha visto L’Aquila sbriciolarsi, i morti, la città devastata e la paura condivisa con i cittadini sopravvissuti.

Rondini è diventato alleato dell’Abruzzo e un sostenitore della rinascita dell’Aquila. Eppure prima delle elezioni amministrative del 2010 l’Abruzzo non aveva dato molto alla Lega. Un 1% a Pescara senza avere un solo eletto. Poi, il 28 e 29 marzo scorso, la svolta. Un modesto 0,78% all’Aquila ma politicamente vantaggioso perché dato al neo presidente della Provincia, Antonio Del Corvo; il 3,7 per cento di Chieti con l’elezione di Gianni Di Labio in consiglio comunale con il sindaco Pdl, Umberto Di Primio.

Il record è di Guardiagrele con il 7% raccolto da Mauro Scioli. La Lega mette radici e il dato ottenuto a Guardiagrele, ex roccaforte del centrosinistra, fa riflettere.
Scioli non fa analisi sociologiche ma organizzative. «Siamo forti», spiega, «perchè adoperiamo l’organizzazione che aveva il vecchio Pci. Un livello comunale, poi provinciale, il referente regionale e, infine, il parlamentare che si occupa del territorio.

Così non ci sono singole iniziative improvvisate o personalismi. C’è una organizzazione che prevede piccoli passi ma chiari e concreti. Insomma quello che accadeva nell’ex Pci». Come imprenditore Scioli è tra i più ricchi d’Abruzzo, «due anni fa la mia dichiarazione dei redditi superava i tre milioni di euro», racconta soddisfatto.

Nella Lega è entrato perché una sua impresa opera a Verona e a Scioli sono piaciuti i metodi un poco spicci ma, a suo giudizio efficaci, del sindaco Tosi.
«Penso agli immigrati. Se uno arriva per lavorare ben venga, altrimenti se ne stia a casa sua», taglia corto Scioli. Alla domanda se nelle sue imprese ci sono extra comunitari puntualizza. «Ci sono, ho dipendenti albanesi e nigeriani. Posso assicurare che sono bravi tanto che un ragazzo nigeriano è anche capo squadra».

All’imprenditore di Guardiagrele, naturalmente, piace l’idea del federelismo fiscale. «Sarà una svolta. L’Abruzzo potrà rendersi autonomo e gestire il denaro delle tasse», assicura Scioli.
Sul fatto che l’Abruzzo rischia subito di andare in crisi senza il sostegno dello Stato, Scioli vede la situazione in modo capovolto. «In Abruzzo», dice, «abbiamo già oggi la tassazione più alta d’Italia, questo perchè la pubblica amministrazione ha commesso errori, sprechi, mancati controlli come nel caso della sanità.

Così se ci rendiamo autonomi gli stessi cittadini sapranno ben vigilare sugli sprechi, sul lavoro dei politici di professione che fanno chiacchiere e non realizzano nulla e mandano i bilanci in rosso facendo aumentare le tasse. Ci libereremo di questo a vantaggio di una buona gestione dei soldi di tutti».

Sotto gli ampi portici di Corso Marrucino di Chieti, passeggia soddisfatto Gianni Di Labio neo eletto in consiglio comunale ove la Lega Nord-Popolo di Chieti ha raccolto il 3,7%, con oltre mille voti.
«Per pochi voti non abbiamo preso il secondo consigliere comunale. Devo dire che il risultato ottenuto è ottimo», osserva Di Labio, «in città prima delle elezioni quando vedevano la gigantografia di Alberto Da Giusssano con la spada in alto, sistemato a piazza Trento e Trieste, molti chietini erano diffidenti e ironici.

Dopo il voto molti si sono ricreduti e adesso incontro cittadini che mi dicono che è stato un bene la presenza della Lega a Chieti, altri cittadini che non conosco invece mi sollecitano di essere presenti anche alle elezioni regionali. Insomma c’è spazio e molto da fare. Abbiamo dalla nostra parte una organizzazione vera, il nostro commissario, l’onorevole Marco Rondini verrà presto a trovarci, è un tipo che se hai bisogno di lui arriva a Chieti lo stesso giorno, questo vale anche per Emanuela Mumerato, due persone capaci e disponibili».

Infine Scioli confida, «noi abbiamo un progetto. Facciamo squadra e non chiediamo posti, l’importante è avere consensi. Stiamo crescendo in fretta, in Abruzzo ci saranno molte sorprese».

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