Matrone, dalla tv alla fiaccolata: «Chiedo giustizia»

Giampaolo Matrone ha subìto a Roma il quinto intervento per salvare il  braccio. A Rigopiano ha perso la moglie Valentina e ha raccontato la tragedia del 18 gennaio alla trasmissione "Quarto Grado"

ROMA. Sotto alla valanga per 60 ore, 10 ore per estrarlo dalle macerie dell'hotel Rigopiano di Farindola (Pescara). Giampaolo Matrone, uno dei superstiti della tragedia del 18 gennaio, sotto a quella valanga due mesi fa ha perso la moglie, Valentina Cicioni, una delle 29 vittime. Ora chiede giustizia, anche e soprattutto per la figlia di 5 anni rimasta senza mamma. Oggi Matrone ha partecipato alla fiaccolata di Farindola, e ieri sera, in collegamento dall'ospedale Gemelli di Roma, dove ha subito cinque interventi chirurgici per salvare un braccio e una gamba, ha ricordato il dramma intervenendo alla trasmissione di Retequattro "Quarto Grado". In studio era ospite Romolo Reboa, l'avvocato che difende lui e altre cinque famiglie coinvolte nella vicenda.

«Appena successo non sapevo fosse una slavina - ha raccontato Matrone - Ho provato a chiamare Valentina, ma credevo fosse lontana da me perché ho fatto un volo di 15/20 metri. Ho provato a chiamare, ma non rispondeva nessuno». «Ho sentito che erano arrivati i soccorritori quando già erano andati a salvare gli altri ragazzi. Ho cominciato a sentire qualche voce: ho detto il mio nome, poi sono arrivati molto dopo. Volevo ringraziare il mio angelo custode, Rubino del Soccorso Alpino. E un altro ragazzo, Davide, che purtroppo non c'è più: è quello che ha avuto l'incidente con l'elicottero qualche giorno dopo». «Vorrei conoscere di persona chi ha preso sotto gamba la situazione, quelli che hanno lasciato correre - ha detto Matrone in tv quando sono state mandate in onda le telefonate di allarme - Vorrei far vivere loro qualche istante che abbiamo vissuto noi, già da quella mattina con il terremoto. Siamo andati per un giorno di riposo dopo un anno di lavoro. Ecco come mi ritrovo. Ora voglio giustizia. Parlo della mia situazione e anche di quella di tutti gli altri parenti che hanno perso qualcuno. Però penso alla mia situazione, a quella di Valentina e a quella della nostra piccola che ho da crescere».